«I vinti, le
forze cioè della sinistra, sconfitte il 18 aprile, hanno, più dei vincitori,
contribuito ad offrire una immagine complessiva di quegli anni,una immagine che è
diventata elemento di cultura media che è filtrata fin nei rapidi accenni che si
leggono alla fine dei manuali scolastici nelle poche pagine dedicate all’Italia
del secondo dopoguerra». (Pietro Scoppola)
«Noi comunisti
ci siamo accorti che saremmo stati probabilmente sconfitti alle elezioni del 18
aprile quando, nel mese di febbraio, abbiamo visto scendere in campo i Comitati
Civici e svolgere quel lavoro capillare che fino ad allora avevamo fatto
soltanto noi». (Massimo Caprara)
Queste due
citazioni, rispettivamente di un cattolico democratico, storico e senatore DC, e
dell’ex segretario di Palmiro Togliatti, per decenni deputato comunista prima di
approdare alla fede dopo un lungo itinerario spirituale e intellettuale, danno
la misura di quanto è avvenuto dopo il 18 aprile 1948, quando in Italia si
svolsero le elezioni politiche più importanti nella storia del Paese, che
segnarono la volontà del popolo di appartenere alla civiltà occidentale,
democratica e cristiana.
Ma il libro
curato da Marco Invernizzi – che riunisce gli atti di un convegno organizzato a
Milano dall’Istituto per la Storia dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale –
ci porta all’interno dell’evento, esaminandone le forze protagoniste, sia
religiose e culturali, sia politiche, offrendo la possibilità al lettore di
farsi una prima impressione del significato di quella giornata elettorale e
aprendo uno squarcio su alcune verità taciute per decenni da una storiografia
succube degli interessi politici, come il ruolo dei Comitati Civici, l’opera
svolta dal cardinale Schuster, le vicende del mondo azionista.
1861-2011. A centocinquant'anni dall'Unità
d'Italia. Quale identità?
L'unità
politica italiana è una realtà consolidata, ma il processo di unificazione
nazionale si è svolto prima attraverso una lunga serie di eventi sanguinosi e
drammatici, quindi mediante una mitizzazione che offende la verità storica,
provocando almeno tre profonde ferite che permangono nel tessuto e nella memoria
del Paese. Innanzitutto la "questione cattolica", iniziata nel 1848, esplosa nel
1870 con la Breccia di Porta Pia e risolta soltanto giuridicamente dal
Concordato e dai Patti Lateranensi del 1929; in secondo luogo la "questione
istituzionale", nata con la scelta d'imporre a realtà differenti il modello di
Stato centralista, escludendo ogni forma di federalismo sia politico che
sociale; infine la "questione meridionale", sorta in seguito all'invasione di
uno Stato sovrano e alla feroce guerra civile che ne è seguita fra il 1860 e il
1870. E' tempo di riscoprire l'identità italiana, finalmente liberata da tutte
le ideologie e saldamente ancorata alle radici profonde di un Paese che è nato
molto prima del 1861.
A morte
in nome di Allah
Dall'espulsione
dei cristiani yemeniti sotto i primi califfi dell'islam fino ai martiri del XX
secolo: i trappisti del monastero algerino di Tibhirine, mons. Claverie, i
cristiani del Sudan, della Nigeria, dell'Egitto, dell'Indonesia e del Pakistan.
Attraverso le pagine più cruente, il racconto delle tragiche vicende dei
cristiani uccisi in nome di Allah nei secoli e nei vari imperi islamici: un
martirio che ha visto cadere uomini, donne, sacerdoti, monaci, missionari e
talvolta anche bambini. La storia si estende anche ai fenomeni "caldi"
dell'attualità: l'intolleranza dei regimi integralisti, gli attentati e le
persecuzioni a danno delle comunità cristiane nei Paesi islamici. Un resoconto
dettagliato che denuncia come all'alba del terzo millennio la Chiesa subisce
ancora aggressioni violente, costanti e diffuse.
Alleanza Cattolica: dal
Sessantotto alla "nuova evangelizzazione"
Per accostare
adeguatamente la nuova opera di Invernizzi, conviene anzitutto precisare che
cosa essa non è, né vuole essere. Alleanza Cattolica. Dal Sessantotto alla
«nuova evangelizzazione». Una «piccola» storia per «grandi» desideri non
intende essere né una storia esaustiva dell’associazione, né — tanto meno
— una sua storia «ufficiale».
Invernizzi ha inteso piuttosto tratteggiare a grandi linee la sua esperienza
della e nell’associazione, che gli deve moltissimo, divenendo quindi, spesso,
insieme narratore e personaggio. Egli testimonia con passione e con coerenza la
vivibilità di un’esperienza cristiana nella realtà che racconta, mostrando
come tale realtà diventi luogo d’incontro privilegiato fra la cronaca, la
storia e la Provvidenza, ove impegnarsi per la regalità sociale del Signore Gesù,
operando per quella Nuova Evangelizzazione che deve caratterizzare il terzo
millennio cristiano.
Non dunque un testo di storia — cui si richiederebbero distacco prospettico,
completezza tendenziale e analisi minuziosa delle fonti d’archivio e di quelle
secondarie —, che sarebbe potuto risultare freddo e poco comunicativo, ma un
racconto vivace e appassionato, fatto da un protagonista, che ha scelto di
comunicare solo alcuni aspetti e alcuni avvenimenti che riguardano Alleanza
Cattolica, ma soprattutto i «“grandi” desideri», di farne cioè parte agli
altri, perché ne possano comprendere la bellezza e la nobiltà e — a Dio
piacendo — possano impegnarsi ed entusiasmarsi per essi.
Anni del desiderio e del piombo.
Sessantotto: terrorismo e Rivoluzione
Non si tratta di auspicare un ritorno al
passato, né di assolvere un fenomeno che tante ferite ha lasciato nel corpo
sociale. Il libro di Enzo Peserico esamina con cura il Sessantotto, il suo
fallimento politico-militare e il suo successo come rivoluzione culturale che ha
cambiato gli ambienti - la famiglia, la scuola, l'università e i rapporti
sociali in generale - nei quali sarebbero cresciute le generazioni successive.
Per questo il Sessantotto è ancora in mezzo a noi, come una specie di malattia
latente che può essere curata soltanto da un'attenta educazione permanente. Ma,
come accade per ogni peccato, anche il Sessantotto è stato l'occasione di una
possibile rinascita, di una conversione sociale, di una 'nuova
evangelizzazione'. Il libro coglie questo aspetto nelle pagine conclusive,
aperte a una speranza di cui si cominciano a vedere i primi effetti, in
particolare nel mondo giovanile, grazie anche al lungo e fecondo pontificato di
Giovani Paolo II.
Annunciare il valore religioso
della vita umana. Discorso "Sono lieto"
Le storie di don
Camillo sono diventate un classico della letteratura e, nel corso degli anni, si
sono mostrate una inesauribile miniera di temi religiosi. In questo volume,
Alessandro Gnocchi, il maggior studioso dell’opera di Giovannino Guareschi, ce
ne offre una limpida dimostrazione. Basta scorrere le pagine dedicate alla
venerazione di Maria, in cui scopriamo i più duri mangiapreti di Mondo piccolo
intenerirsi davanti allo sguardo luminoso della Madre di Dio. O quelle sulla
vocazione, dove la risposta delle creature guareschiane al proprio destino si fa
trama del vivere quotidiano. Con quest’opera, Gnocchi riesce nel difficile
compito di far vibrare anche nel cuore del lettore quel soffio soprannaturale
che aleggia nella Bassa di Guareschi.
Baha'i (I)
Con cinque milioni di membri in 190 nazioni del
mondo, i baha’i costituiscono una delle maggiori nuove religioni
internazionali, e l’unica di dimensioni significative che è emersa
dall’interno del mondo islamico. Dal messianismo sciita in cui affonda le
sue radici la predicazione del Bab (la “Porta”), Mirza Alì Muhammad,
nella prima metà del diciannovesimo secolo, il movimento baha’i emerge con
Baha’u’llah alla fine dello stesso secolo come una nuova religione
mondiale chiaramente distinta dall’Islam. Tra difficoltà e persecuzioni –
che ancora oggi continuano in alcuni paesi islamici – i baha’i predicano
un messaggio incentrato sulla natura di manifestazione divina di Baha’u’llah,
ma anche sulla prospettiva di una pace mondiale realizzata grazie a un governo
mondiale. Diffusi anche in Italia fin dagli inizi del ventesimo secolo, i
baha’i trovano ora in questo testo di Margit Warburg la prima analisi
storico-sociologica pubblicata in lingua italiana e basata sulle osservazioni
di una studiosa che non fa parte del loro movimento.
Bellezza a portata di mano
(La)
La quotidianità offre
continue opportunità di generare bellezza. Una bellezza a volte piccola,
nascosta tra le pieghe della routine, ma che è in grado di farsi largo nella
stragrande maggioranza delle circostanze che riempiono la nostra vita, senza
alcuna eccezione di persona, di luogo, di tempo, di condizione. Gli autori
presentano una raccolta di riflessioni, aneddoti e considerazioni, con la
convinzione che percorrere l'estetica della vita quotidiana contribuisca a dare
concretezza e positività. L'ordine e la bellezza delle cose intorno a noi,
infatti, sono in grado di influire positivamente sulla nostra vita, facendone
percepire meglio il senso e aiutandoci a metterne a fuoco la méta. Esistono
innumerevoli opportunità che si presentano ogni giorno, anche nella più semplice
delle esistenze umane, per produrre bellezza. Una bellezza a portata di mano.
Binario indifferente: uomo e
donna o GLBTQ?
Esistono ancora i generi maschile e femminile? Oppure sono comprensioni obsolete
del carattere sessuato dell’umanità, ormai superate e sostituite dalla
riclassificazione in 5 o più «generi» legati all’orientamento sessuale? Quando
parliamo di persona umana, ci riferiamo ad una realtà ontologicamente sessuata,
descrivibile, oggettivabile, o ad un’identità astratta, a un soggetto astratto,
indefinibile, connotato primariamente dalla direzione del suo orientamento
sessuale, dal suo desiderio a prescindere dal biologico e, in virtù di questo
essere desiderante, portatore di diritti? Evidenziando la trappola della falsa
opposizione tra «natura-cultura» – sottolineando i rischi della frantumazione
dell’essere umano, in cui per il determinismo psichico la persona coinciderebbe
con il suo «sentire soggettivo», per il determinismo socio-culturale il soggetto
sarebbe solo il risultato di una costruzione socio-culturale, e per il
determinismo biologico l’uomo equivarrebbe ai suoi geni – il testo vuole
rimettere a tema la imprescindibile, reale unitarietà ed inestricabile
interdipendenza di tutti questi fattori nella formazione dell’identità sessuata
di ogni uomo e di ogni donna, smascherando le irragionevoli pretese
dell’indifferenza del binario maschile/femminile portate avanti dall’ideologia
gender.
Buddhismo tibetano Il)
A proposito del buddhismo tibetano hanno circolato
a lungo in Occidente, e in una certa misura circolano ancora, due immagini
ugualmente sbagliate. Per alcuni il buddhismo del Tibet, con la sua
iconografia piena di dèi e demoni irati, rappresenta una corruzione del
buddhismo "originario", che si sarebbe mescolato a elementi
"pagani" tipici di una cultura locale pre-buddhista. Per altri, al
contrario, in Tibet - un paese a lungo chiuso agli stranieri e, fino
all'invasione cinese del 1950, immune dal colonialismo - si sarebbe conservato
il buddhismo più genuino e profondo. Proprio l'invasione cinese, e la brutale
repressione dell'insurrezione popolare del 1959, hanno determinato - insieme
al tragico esilio di tanti tibetani - l'arrivo in tutto l'Occidente di lama e
intellettuali buddhisti nati in Tibet, rendendo la discussione sul buddhismo
tibetano un argomento direttamente rilevante sia per i molti occidentali che
fanno di questa forma buddhista la loro religione, sia per coloro - ancora
più numerosi - che sono comunque affascinati dalla figura del Dalai Lama e
dai numerosi testi che presentano l'arte, la religione e la cultura tibetana a
un pubblico sempre più vasto. Uno dei maggiori esperti occidentali della
religione e della lingua tibetana, Donald S. Lopez, ne riassume qui la storia
e la dottrina in modo rapido ma esauriente: senza timore di affrontare gli
argomenti più controversi e di smentire qualche mito diffuso fra chi conosce
il buddhismo tibetano solo dalle sue presentazioni più divulgative o
"turistiche".
Buio sull'altare
Circa settemila religiosi e decine di migliaia di
laici uccisi, edifici religiosi distrutti, esercizio del culto impedito: sono
i "dati" di una pagina poco nota della storia contemporanea, nel
contesto della Seconda Repubblica spagnola (1931-1939). In un paese diviso tra
spinta alla modernizzazione e resistenze al cambiamento, nel clima
incandescente che avrebbe portato di lì a poco alla guerra civile, le
passioni e le divisioni ideologiche crearono forti ostilità ed estremismi dai
risvolti spesso cruenti, dei quali la "scissione" che si manifestò
per la prima volta tra la coscienza civile iberica e la sua antica anima
religiosa è uno dei capitoli più dolorosi. Ragioni di schieramento hanno
reso e continuano a rendere difficile la lettura e la ricostruzione di un
passato recente spesso rimosso come realtà imbarazzante: la presente ricerca
storica sull'escalation dell'anticlericalismo nella Spagna prefranchista,
appassionata e "di parte", vuole costituire una provocazione
intellettuale che pone al centro, come "eroe sconosciuto", l'ucciso
per ragioni di fede.
Carlismo (Il)
Questo testo rappresenta la Summa
della dottrina tradizionalista. Esso costituisce il frutto di un intenso e
rigoroso lavoro intellettuale finalizzato a far conoscere i risultati di
un’accurata ricerca storico-teoretica e a definire un corpo dottrinale di sicura
ortodossia tradizionalista e di notevole impegno morale che potesse costituire
il punto di riferimento più sicuro per il Carlismo. In questo ideario è
considerata la problematica basilare del Carlismo, che si incentra nei quattro
punti del suo programma-giuramento: Dios, Patria, Rey, Fueros.
Il retroterra culturale e ideale da cui muove la definizione di questi elementi
è quello del pensiero cattolico tradizionale ispanico del quale il Carlismo
rappresenta solo l’ultima fase.
Il Carlismo compendia tutti i requisiti necessari dottrinalmente per definire
uno dei più forti, popolari e profondi movimenti politici che incontriamo nella
storia contemporanea. È, d’altra parte, un movimento difficile da comprendere e
da spiegare. Le sue molteplici caratteristiche conducono facilmente alla
confusione, se non vengono chiariti tre punti cardinali che lo definiscono. Il
Carlismo infatti è: Una bandiera dinastica: quella della legittimità;
Una continuità storica: quella delle Spagne; Una dottrina
giuridico-politica: quella tradizionalista.
Scritti tra i primi anni Sessanta e la fine degli anni Settanta
in seguito alla pubblicazione dei primi tre volumi della grande opera
Ordine e storia,
i saggi qui raccolti segnano una nuova tappa nella riflessione sulla storia che
impegnò il filosofo tedesco nella sua ricerca di un nuovo ordine politico. Se
esiste una "storia universale" qual è allora il suo significato? È lecito
parlare, alla luce degli avvenimenti che hanno sconvolto la nostra epoca, di
progresso della "storia dell'umanità"? C'è davvero un "principio di ragione"
alla base del processo storico in cui siamo immersi? In un diretto confronto con
i grandi autori del passato (Platone, Comte, Schiller, Hegel) Voegelin cerca di
dipanare il nesso tra un'ideale "verità" storica e il fondamento mitico che sta
alla base di ogni atto di autointerpretazione dell'uomo, principale attore nel
teatro degli eventi. Abbandonando la confortante idea di una linearità e
continuità della storia Voegelin elabora una teoria della coscienza e dei
processi di simbolizzazione che rendono conto della concreta discontinuità del
processo storico. È forse l'azione dell'"uomo in rivolta" di Camus a rendersi
necessaria per potersi riappropriare della realtà concreta? Un pensiero
fìlosofico, quello di Voegelin, che nasconde una profonda tensione critica verso
i movimenti di massa e le false ideologie con cui l'uomo costruisce la società e
giustifica la propria azione nel mondo e una condanna ai totalitarismi che hanno
dominato il XX secolo.
Chiesa Anima Universale di
Roberto Casarin (La)
Nato nel 1963 a Torino, Roberto Casarin raduna fin
dalla più giovane età migliaia di fedeli, attratti dalla fama delle
guarigioni che compie. Nel 1984 Casarin fonda l'Associazione Cristo nell'Uomo,
con circa duemila membri. Al suo interno, il gruppo di membri più attivi
costituisce la Comunità Impegno, che è alla base della nascita, nel 1989,
della Chiesa della Nuova Gerusalemme, chiamata dal 1996 Chiesa Anima
Universale. Si chiarisce così la definitiva separazione dalla Chiesa
cattolica di un nuovo movimento religioso che già da diversi anni univa
elementi di spiritualità cattolica ad altri di derivazione induista,
buddhista ed esoterica. Verónica Roldán, una sociologa argentina che per
prima ha tentato uno studio scientifico, ricostruisce la storia del movimento
raccolto intorno a Roberto Casarin e ne presenta la complessa simbolica e
ritualità.
Chiesa dell'Unificazione del
Reverendo Moon (La)
Che cos'è la Chiesa dell'Unificazione del
reverendo Moon? Un movimento ricchissimo e influente, una religione che
organizza matrimoni di massa, una multinazionale al servizio di un coreano
anticomunista... Queste risposte comuni sono piuttosto degli stereotipi. In
realtà, il grande pubblico non sa quasi nulla né della storia né della
dottrina della Chiesa dell'Unificazione (sa, per esempio, che è questo il suo
vero nome?). Massimo Introvigne, che da anni osserva la Chiesa
dell'Unificazione, riassume in questo libro i frutti di un lavoro
d'investigazione paziente e metodico. Rigettando il sensazionalismo, l'autore
mette in luce le questioni religiose, politiche, finanziarie e giuridiche che
vedono affrontarsi, sin dai primi successi del reverendo Moon, i suoi difensori
e i suoi critici. Espone anche gli importanti cambiamenti che negli anni 1990
hanno profondamente modificato le caratteristiche della Chiesa dell'Unificazione
e che rendono inevitabilmente "datati" molti studi degli anni 1970 e
1980.
Chiesa di Scientology (La)
Dianetics, Scientology: bastano questi nomi per
evocare, in molti paesi, polemiche furibonde. Per gli scientologi il movimento
fondato da L. Ron Hubbard è la religione del Duemila, un accostamento
rivoluzionario alla ricerca del successo, della felicità, della verità sulle
origini e sul destino dell'uomo. Per i loro avversari la Chiesa di Scientology
nasconde, sotto un'etichetta religiosa, una organizzazione commerciale che per
vendere i suoi "prodotti" non esita a ricorrere a metodi discutibili.
I volumi in commercio su Scientology sono quasi sempre opera di membri devoti
della Chiesa o di critici accaniti che propongono una posizione militante. Rari
sono gli studi come questo di J. Gordon Melton - il maggiore specialista di
nuovi movimenti religiosi negli Stati Uniti, che segue Scientology da oltre
trent'anni - che si situano su un piano scientifico e, prima di ogni giudizio di
valore, rispondono in modo adeguato alle domande su che cosa è Scientology,
come è emersa e si è sviluppata nel contesto culturale americano, quale
dottrina insegna, perché ha dato origine a così numerose controversie.
Chiesa nell'Europa medievale (La)
Da
sempre la storiografia religiosa ha dedicato un particolare interesse al periodo
medievale ed è noto che spetta alla cultura dell'età romantica la scoperta del
Medio Evo come "cristianità". Oggi questo aspetto è più
verificabile grazie all'opera di numerosi centri di studio sorti anche in Italia
nell'ultimo mezzo secolo. Mancava però un'opera di carattere sintetico che,
tenendo conto delle nuove acquisizioni, presentasse un rapido panorama delle
varie componenti della cristianità medievale. Tale è il compito che si propone
questo libro. La cristianità medievale, pur continuando quella dei primi
secoli, possiede una sua innegabile originalità presentandosi come il filo
conduttore di quell'epoca. E' qui che si può cogliere tutta la differenza nei
confronti delle epoche successive e specialmente della nostra dopo il venir
meno, appunto, agli albori dell'epoca moderna, della cristianità storica.
Tuttavia neppure questo processo ci riuscirebbe pienamente comprensibile se non
si conoscessero le posizioni da cui si è partiti e che, al di là di sterili
rimpianti o anacronistiche riesumazioni, continuano a gettare luce su di
un'epoca fondamentale nella formazione della coscienza europea.
Chiese ortodosse (Le)
Nonostante gli inviti di Giovanni Paolo II perché
il mondo respiri con due polmoni, quello dell'Oriente e quello dell'Occidente,
il cristianesimo orientale - e in particolare le Chiese ortodosse, che ne
costituiscono la componente maggioritaria - rimane ancora poco conosciuto. Non
solo le circostanze storiche della sua nascita sono spesso presentate tramite
miti di cui la ricerca storica ha fatto giustizia: poco o nulla si sa degli
sviluppi e dei problemi recenti dopo la caduta dei regimi comunisti
nell'Europa orientale. Andrea Pacini, che vanta una lunga esperienza non
soltanto di studio, ma anche di incontro personale con l'ortodossia, traccia
una mappa per orientarsi nel mondo complesso delle giurisdizioni e dei
patriarcati, con particolare riferimento all'Europa e all'Italia. Espone con
franchezza i problemi interni ed esterni del mondo ortodosso, e lo stato del
dialogo ecumenico con la Chiesa cattolica. Nello stesso tempo, non rinuncia a
trasmettere il sapore e il gusto di una spirritualità e di una mistica che
costituiscono una componente antica e indispensabile nel panorama globale del
cristianesimo.
Christian Science (La)
Delle tre grandi religioni internazionali nate
negli Stati Uniti nel diciannovesimo secolo (i mormoni, i testimoni di Geova e
la Christian Science), quest'ultima rimane la meno conosciuta. Spesso viene
perfino confusa, per l'assonanza del nome, con la Chiesa di Scientology, con cui
non ha nulla a che fare. Eppure la Christian Science - fondata da una
straordinaria figura di profetessa, Mary Baker Eddy (1821-1910), e cresciuta in
modo piuttosto silenzioso e discreto - non ha influenzato solo la vita religiosa
di migliaia di persone, ma anche la cultura, il giornalismo, l'accostamento alla
malattia e alla salute. Quest'ultimo aspetto ne fa, secondo l'analisi di Régis
Dericquebourg, una tipica "religione di guarigione". Rende anche lo
studio della Christian Science un capitolo indispensabile nell'analisi delle
nuove tendenze religiose in un'epoca in cui - con il passaggio del New Age in
declino al cosiddetto Next Age - l'attenzione si concentra nuovamente sulla
possibilità per il singolo individuo di accedere a uno stato superiore di
guarigione, di felicità e di benessere.
Citando le tesi e
spiegazioni dei più famosi autori e divulgatori delle tesi evoluzioniste e
confrontandole con la realtà dei fatti e delle scienze più avanzate, gli Autori
ne smascherano l'intento ideologico facendoci ridere degli svarioni che
personaggi di spicco dicono impunemente e che la gente comune beve passivamente.
Questo agile libretto si propone di spiegare in modo semplice e sintetico il
pensiero di Charles Darwin, e dei suoi seguaci. Lo scopo principale è diradare
le nebbie del mito che circondano il darwinismo, per capire veramente cosa esso
sia, quali siano i suoi fondamenti e i suoi intendimenti. Per fare questo si fa
ricorso alle fonti, cioè ai testi originali di Darwin e dei suoi seguaci, spesso
epurati e addomesticati dalla vulgata più comune. E' vero che Darwin ragionava
da scienziato, oppure le sue idee sull'evoluzione gli provenivano da visioni
filosofiche precedenti al suo famoso viaggio alle Galapagos? Darwin era ateo o
credente? Che rapporti c'erano tra Darwin e Marx? E perché Darwin è diventato
così famoso, e Wallace, che diceva le stesse cose, negli stessi anni, ma traendo
conclusioni teologiche ben diverse, è sconosciuto ai più? Ancora: è una
mentalità scientifica quella di credere che tutto sia materia, che la vita
derivi dal caso, che il cranio dell'uomo cresca di dimensione a seconda di
quanto viene "utilizzato"? Infine: quali sono le conseguenze del darwinismo nei
nuovi campi della manipolazione genetica e della fecondazione artificiale? Ci
sono legami tra alcune convinzioni nazionalsocialiste e Darwin? Zapatero e
Umberto Veronesi, oggi, sono discepoli fedeli del pensiero darwinista?
Contro Mastro Ciliegia
Chi non conosce Pinocchio e le sue
avventure? Quando e da chi uno le ha conosciute? Difficile la risposta.
Pinocchio fa parte della memoria di tutti. Poche cose sono fattori così
radicati della cultura popolare del nostro come di altri paesi. Ma
questo significa che nel rimettersi a leggere, a capire le avventure di
Pinocchio, si possono capire le esigenze più profonde di quella umanità
che le ha fatte proprie. Le esigenze dell'uomo sono la grande strada per
comprendere il suo senso della vita, il suo senso religioso. Questo
spiega la nascita di un libro di teologia che capitolo dopo capitolo
segue le avventure di Pinocchio.
La differenza tra burattino e figlio, nolenti o volenti, resta la
sintesi del dramma dell'uomo contemporaneo.
Controrivoluzionario.
I miei anni nei gulag cinesi
Nell'aprile 1960 le
autorità del Partito Comunista Cinese arrestano Harry Wu, figlio di un banchiere
di Shangai, e lo gettano in un campo di lavori forzati. Benché mai formalmente
incriminato e sottoposto a processo, egli trascorre diciannove anni in un
infernale mondo sotterraneo di lavori umilianti, denutrizione, torture. Nel suo
libro, scritto insieme alla giornalista Carolyn Wakeman, Harry Wu narra la sua
storia della prigionia e della sua sopravvivenza, degli straordinari atti di
coraggio che lui e i compagni dovettero praticare per aiutarsi reciprocamente
con un indimenticabile eroismo. Uscito dalle prigioni nel 1979, Harry Wu si
trasferisce negli Stati Uniti dove testimonia davanti al Congresso sugli abusi
dei diritti umani in Cina. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti
internazionali. Il suo libro, storia toccante della vittoria di un uomo, è una
testimonianza del potere dello spirito umano.
Cristianesimo e reincarnazione
Il tema della reincarnazione è oggi, senza
dubbio, di moda. In molti paesi dell'Occidente afferma di credere nella
reincarnazione da un quinto a un quarto della popolazione. La problematica
relativa può essere affrontata da numerosi punti di vista. In questo studio -
conformemente allo stile della collana - Pietro Cantoni non si propone di
stabilire chi, nelle controversie sulla reincarnazione, "abbia
ragione". L'autore si limita invece alla trattazione di un punto più
specifico - e tuttavia di cruciale importanza -: i primi cristiani credevano
nella reincarnazione? C'è traccia della reincarnazione nell'Antico e nel Nuovo
Testamento, o nei Padri e negli scrittori ecclesiastici? La risposta delle
fonti, interrogate secondo i canoni della migliore ricerca biblica e storica
contemporanea, è univoca, e non può che essere negativa: né il popolo
dell'Antico Testamento, né i primi cristiani hanno mai creduto nella dottrina
della reincarnazione.
Esistono gli UFO? I "Fratelli dello
Spazio" ci portano messaggi religiosi per una nuova spiritualità del
ventunesimo secolo? Mikael Rothstein, che studia il fenomeno da molti anni,
non prende posizione sui suoi aspetti strettamente scientifici, ma ricostruisce la storia sociale di una credenza,
dal primo avvistamento di "dischi volanti" nel 1947 ai giorni
nostri. Dopo avere esaminato casi famosi, come l'incidente di Roswell,
Rothstein concentra la sua attenzione sulle vere e proprie religioni dei
dischi volanti sorte intorno a "contattisti" come George Adamski o
George King. Esamina quindi il ruolo degli UFO nel New Age e in alcuni nuovi
movimenti religiosi (dalla Chiesa di Scientology agli Hare Krishna), e i
racconti delle ormai migliaia di persone che affermano di essere state rapite
dagli alieni. Al di là del dibattito fra credenti e scettici, gli UFO e i
loro messaggi - conclude Rothstein - emergono come miti moderni,
rappresentazioni collettive di preoccupazioni e ansie largamente diffuse nella
cultura popolare dei nostri giorni.
Cuore per la nuova Europa (Un)
Per chi crede che i re
santi siano personaggi da Medioevo, cioè di un periodo storico non ben
definito, lontano nel tempo e soprattutto irripetibile nella sua essenza, suonerà
senz’altro sorprendente la beatificazione, il 3 ottobre 2004,
dell’imperatore Carlo, morto non nell’anno Mille ma nel 1922.
Chi era costui? Carlo I d’Asburgo-Lorena, pronipote di Francesco Giuseppe
(1830-1916), lui sì ben noto agli italiani, magari come Cecco Beppe, è stato
l’ultimo sovrano dell’impero austro-ungarico, l’erede di una dinastia che
ha guidato il Sacro Romano Impero per oltre cinquecento anni, l’ultimo
imperatore europeo.
Il volume si compone di due saggi. Il primo, Immagini e momenti della vita
del beato Carlo d’Asburgo, traccia un breve profilo biografico del
protagonista, con l’intento di fare agiografia, ma agiografia «storica», cioè
fondata non su leggende ma su fatti accertati e attinti dalle deposizioni rese
dagli 86 testimoni ascoltati nelle udienze del processo di beatificazione. I
testi delle deposizioni sono raccolti nei due volumi dal titolo Positio super
virtutibus, messi gentilmente a disposizione dall’avvocato Andrea Ambrosi di
Roma, ultimo postulatore della causa di Carlo.
Nel secondo saggio, Il beato
Carlo d’Asburgo nella «finis Austriae», viene offerta una lettura
critica — alla luce dei principali studi pubblicati, anche recentemente, in
lingua italiana, inglese e tedesca — su Carlo e il suo tempo, inquadrandone la
figura nel contesto europeo. Completano il volume un’intervista al postulatore
Ambrosi su l’iter verso la beatificazione e i suoi «nodi», una cronologia,
una bibliografia e un indice dei nomi.
La narrazione affronta sinteticamente i momenti principali della vita di Carlo:
la formazione giovanile del futuro imperatore, nato nel 1887; la carriera
militare, come per tutti i potenziali sovrani; il matrimonio, nel 1911, con la
principessa italo-francese Zita Maria delle Grazie di Borbone-Parma, che gli darà
otto figli; l’assassinio dello zio Francesco Ferdinando a Sarajevo nel luglio
1914, che modifica la linea di successione al trono facendo di Carlo l’erede
designato; la partecipazione alla prima guerra mondiale su entrambi i fronti,
orientale e occidentale; la morte dell’ottantaseienne Francesco Giuseppe, il
21 novembre 1916, e l’ascesa del giovane pronipote ai troni d’Austria, di
Boemia e d’Ungheria. Il suo breve regno è segnato profondamente dalla guerra,
che egli vive al fronte e nella capitale con un misto di abnegazione e
ardimento, mitezza e sollecitudine per le truppe al fronte, le famiglie a casa e
la popolazione civile. Contrario all’impiego di sottomarini su larga scala,
perché non facevano distinzione fra militari e civili, porrà limitazioni alla
guerra aerea e compirà ogni sforzo per bandire l’uso dei gas asfissianti.
Questa idea — un po’ medievale e molto cattolica — della guerra limitata,
gli alienerà le simpatie dei comandi germanici, influenzati dai circoli
militaristici e nazionalistici. Costoro vanificheranno i suoi ripetuti sforzi di
pace nel 1917, che saranno osteggiati anche della massoneria, molto influente,
soprattutto nei paesi latini, sui parlamenti e sui sovrani. La dinastia
asburgica pagava in questo modo la sua opposizione alle logge, che cercavano di
portare alle ultime conseguenze la traduzione politica dell’ideologia
libertaria e ugualitaristica della Rivoluzione del 1789, trovando un ostacolo
non solo nella Chiesa cattolica ma anche negli eredi del Sacro Romano Impero.
Dopo la sconfitta, Carlo rifiuterà di abdicare e verrà allontanato da Vienna
con la complicità delle potenze vincitrici; falliti due tentativi di
restaurazione, subirà, fra gravi disagi, l’esilio finale nell’isola
atlantica di Madera, dove si spegnerà il 1 aprile 1922, degno testimone di
quelle radici cristiane europee che i suoi nemici di allora e di oggi si
ostinano a voler recidere.
Dai Bambini di Dio a The Family
I Bambini di Dio - il movimento oggi noto come
The Family - sono conosciuti attraverso due immagini fra loro contraddittorie.
Chi li avvicina ha l'impressione di trovarsi di fronte a giovani missionari
attivi ed entusiasti; spesso apprezza la loro musica. Altre fonti fanno emergere
dal passato vicende inquietanti e scandalose: giovani adepte che utilizzano il
loro corpo come paradossale strumento di missione, iniziazione sessuale di
bambini anche molto piccoli... J. Gordon Melton, il maggiore specialista
accademico mondiale dell'argomento, elimina anzitutto quanto nei resoconti a
sensazione è semplicemente esagerato o falso. Ristabilisce quindi i fatti sulla
base di una rigorosa ricostruzione storica, che mostra lo sviluppo (di cui
esamina le ragioni) e il progressivo abbandono delle pratiche più controverse.
The Family - la cui storia e le cui dottrine non si riducono peraltro alla
semplice problematica sessuale - è oggi molto diversa dai Bambini di Dio degli
anni 1970, anche se mantiene un accostamento alla sessualità che certamente
diverge da quello delle Chiese cristiane maggioritarie.
Dal "centrismo" al Sessantotto
“Dal centrismo al sessantotto” affronta il ventennio
successivo alla svolta del 18 aprile 1948, tanto importante quanto dimenticata,
quei vent’anni che precedono e preparano la rivoluzione culturale del
Sessantotto. E’ il periodo dei governi centristi, della “legge truffa”, delle
“missioni popolari” dell’Azione cattolica , del boom economico e della
dolce vita, della Lambretta e della Seicento, della comparsa della TV. Ma sono
anche gli anni che preparano il Sessantotto, con la violenza della piazza rossa
a Genova, nel luglio 1960, con l’omicidio politico e morale del governo Tambroni
e del suo Presidente, con i primi governi di centro-sinistra, con la
penetrazione della mentalità laicista nella cultura e nel costume. Infine è il
tempo in cui si verifica l’avvenimento più importante della vita della
cristianità del XX secolo, il Concilio ecumenico Vaticano II, con la sua duplice
e controversa interpretazione. Il volume affronta tutti questi temi e molti
altri e permette di cogliere quanto radicale sia stato lo scontro culturale nel
periodo 1948-68 e quanto profonda sia stata la scristianizzazione della vita
pubblica nel nostro paese. Quando il Sessantotto esploderà, per comprenderne le
ragioni e la portata, sarà necessario tornare indietro nel tempo e soffermarsi a
riflettere su questo ventennio della storia italiana.
Damanhur. Popolo e comunità
Damanhur: i suoi "cittadini" la
definiscono nazione, popolo, città-stato, monastero per famiglie, Città Santa
del futuro, Via Horusiana, Federazione di comunità. Dal 1992 se ne parla in
tutto il mondo, dopo la scoperta del suo straordinario tempio sotterraneo, la
cui esistenza era stata tenuta segreta con successo per sedici anni. A quaranta
chilometri da Torino, è tra le più estese e consolidate comunità dell'Era
dell'Acquario a livello internazionale. Nella sua storia e nel suo pensiero le
antiche tradizioni egizie, celtiche ed esoteriche convivono assieme ai più
recenti apporti della tecnologia; l'uomo magico con l'uomo della techne; i
linguaggi e i rituali religiosi con la retorica scientifica. A vent'anni dalla
sua fondazione si compone di quattrocento cittadini residenti, più trecento che
vivono nei dintorni e partecipano assiduamente alle sue attività; cinquantamila
visitatori la hanno raggiunta nel 1997. Questo studio ne presenta per la prima
volta, con uno sguardo sintetico, la storia, le dottrine e l'organizzazione.
Demonologia. Le forze occulte ie
ri e oggi
La demonologia, ovvero lo studio
delle credenze relative ai diavoli,è scienza antichissima e assai dibattuta. La
sua attualità è testimoniata dai numerosi convegni che ogni anno si tengono
nelle principali città europee, sia davanti a laici, sia davanti a cattolici.
Questo compendio rappresenta il primo studio sistematico sulla demonologia
scritto per il pubblico dei non specialisti. Dopo aver presentato nella prima
parte il ruolo dei demoni nel piano della creazione, dando ragione del loro
essere e della loro presenza, l'autore prende in considerazione più in
particolare i demoni all'opera. Vengono così illustrati i segreti dei miracoli
e degli incantesimi del demonio e i mezzi di cui i diavoli dispongono nella
lotta senza quartiere contro gli angeli custodi. Si parla anche di divinazione,
magia nera, stregoneria e spiritismo, tutto con il preciso intendimento di
aiutare i credenti a difendersi dalle astuzie e dalle seduzioni del demonio, di
fronte al quale ogni uomo è sempre potenzialmente in pericolo.
Negli anni '30 del secolo scorso, lo
storico inglese Christopher Dawson alternò alla stesura delle sue opere più
ponderose un'intensa attività giornalistica ed editoriale. Fra le iniziative da
lui curate spicca una collana di piccoli saggi in edizione economica. Alla serie
contribuì con Il dilemma moderno, uscito nel 1932, quando già era
riconosciuto come uno dei maggiori studiosi della civiltà occidentale. In questo
volume, Dawson analizza e discute la crisi culturale, prima che politica, che ha
portato l'Europa a una condizione di guerra civile - acuita dagli esiti della
prima guerra mondiale - all'instabilità sociale e alla perdita della leadership
mondiale. Tale crisi è dovuta, secondo l'autore, al rifiuto del cristianesimo
proprio negli ambiti in cui maggiore è stato il contributo europeo: il pensiero
e le istituzioni politiche da una parte e la ricerca scientifica con le sue
ricadute tecnologiche dall'altra. A suo giudizio, solo la riscoperta delle
radici cristiane di una democrazia correttamente intesa e di una scienza e di
una tecnica non più autoreferenziali potrà salvare la nostra civiltà
dall'alternativa fra dittature rivoluzionarie e tecnocrazie irresponsabili,
differenti nella forma ma ugualmente totalitarie. Il recupero della sua anima e
della sua vocazione consentirà all'Europa di svolgere un ruolo di progresso e di
pacificazione su una scena mondiale resa precaria dall'assunzione strumentale
delle conquiste materiali dell'Occidente da parte di realtà geograficamente e
demograficamente imponenti e minacciose. Quanto questa analisi sia profetica e
oggi straordinariamente attuale potrà giudicarlo qualsiasi lettore.
Divisione della Cristianità
Occidentale (La)
Il saggio "The dividing of Christendom"
del 1965 raccoglie una parte delle lezioni tenute dallo storico inglese
Christopher Dawson (1889-1970) nel periodo in cui occupa la cattedra di
Studi cattolico-romani alla Harvard University (1958-1962). Dawson percorre
l'itinerario che, partendo dal declino dell'unità medievale, ha portato alla
dissoluzione della civiltà cristiana occidentale, con l'esito di avere
prodotto una separazione intellettuale, psicologica e di vissuto storico,
altrettanto pronunciata di quella strettamente teologica, tra cattolicesimo
e protestantesimo. Esamina dunque la Riforma protestante, la Riforma
cattolica più conosciuta come Controriforma, l'età del barocco, la cultura
classica francese nel periodo dell'assolutismo, il pensiero scettico e
libertino, l'Illuminismo.
Dramma dell'Europa senza Cristo (Il)
Massimo Introvigne in questa occasione
«scende in campo», parlando da cattolico a cattolici di quella crisi
dell'Europa che deriva ultimamente dal suo ostinato rifiuto di riconoscere le
sue radici cristiane. Partendo da incontri, dialoghi, esperienze personali
maturate nei luoghi più diversi del mondo, da Sydney a Damasco, dalla Mongolia
a Kuala Lumpur, da Cracovia a Toronto, il libro si muove come un pendolo che
ritorna agli stessi temi fondamentali: l'identità cristiana dell'Europa
insidiata dalla minaccia del relativismo, e il ruolo che l'Europa potrebbe
svolgere - ma purtroppo non svolge - nel dialogo delle civiltà, unica
alternativa ai pericoli apocalittici di un mondo dove, secondo un'espressione
ripresa dallo stesso Benedetto XVI, «non a torto si è ravvisato il pericolo di
uno scontro delle civiltà». Figure, eventi e personaggi talora inattesi - dal
sociologo Rodney Stark al pittore cattolico canadese William Kurelek, da un
vecchio film di Gérard Depardieu a Diabolik, dai nomadi della Mongolia all'islamologo
Louis Massignon, dalla caccia alle streghe alla rivolta delle periferie
parigine del novembre 2005 - sono chiamati su un ideale banco dei testimoni,
per essere interrogati su quanto hanno da dire a proposito del dramma
dell'Europa. La conclusione è che questo dramma si risolve nell'avere voltato
le spalle a Cristo e nel tentativo di costruire una torre di Babele europea
senza Dio e senza la Chiesa, destinata come quell’antica torre a un crollo
fragoroso. Ultimamente, è la paura di Cristo che fa male all’Europa, la
consuma e rischia di ucciderne la civiltà. E solo guarire da quella paura
potrà salvarla.
Ebraismo moderno (L')
La letteratura sugli ebrei è immensa,
ma scarseggiano le panoramiche sul mondo ebraico contemporaneo e le mappe delle
correnti tra loro diversissime che ne fanno parte in Israele, in Europa e negli
Stati Uniti. Massimo Introvigne e J. Gordon Melton - dopo una necessaria quanto
rapida ricognizione storica - partono dall'emancipazione politica degli ebrei
nell'Ottocento, e seguono quindi la divisione del mondo ebraico in correnti
distinte e oggi totalmente separate: i riformatori, i conservatori, gli
ortodossi. A proposito dell'Ortodossia, gli autori mettono ordine fra le sue
molteplici componenti, disponendole intorno ai temi centrali dell'atteggiamento
verso la corrente mistica chiamata hassidismo e della posizione a favore ovvero
contro il sionismo e lo Stato di Israele (che alcuni ortodossi hanno, a vario
titolo, avversato). Il testo - che nasce da anni di visite a comunità ebraiche
dei più diversi tipi compiute dagli autori in tutti i continenti - esamina
quindi la proliferazione dei movimenti neo-ebraici, dai black jews negli
Stati Uniti e in Africa agli incroci contemporanei fra ebraismo e New Age. La
mappatura dell'ebraismo moderno permette agli autori di affrontare, a partire da
sicuri dati empirici e statistici, la questione dell'identità ebraica,
affrontando i contrasti spesso assai duri fra ebrei secolaristi e religiosi, e
chiedendosi «chi è» e anche «chi sarà» ebreo. Mentre l'antisemitismo di ogni
colore - un fenomeno su cui pure sono proposte alcune osservazioni - si fonda
sull'idea mitologica dell'esistenza di una realtà unica e unitaria - «gli ebrei»
-, lo studio mostra che l'ebraismo contemporaneo è piuttosto un mosaico dove
coesistono etnie, posizioni, culture diverse, talora assai lontane le une dalle
altre ma nello stesso tempo cruciali per qualunque comprensione degli scenari
religiosi contemporanei, dagli Stati Uniti all'Africa, dalla Russia al Medio
Oriente.
Enciclopedia delle religioni in
Italia
Quanti sono i sacerdoti cattolici, i vescovi, le suore in
Italia? Quali associazioni aspirano a rappresentare i musulmani italiani? A
quali indirizzi trovare le aggregazioni nazionali di Chiese e le singole Chiese
pentecostali? Quali siti Internet, caselle di posta elettronica, numeri di
telefono corrispondono alle diverse organizzazioni buddhiste, induiste, sikh in
Italia? Ma anche: quanti sono veramente i satanisti italiani? Quali gruppi
praticano l’occultismo, lo spiritismo, la magia cerimoniale? Dove incontrare
movimenti che mettono insieme i dischi volanti e il marxismo? Che cos’è
l’Associazione per lo Sbattezzo? Quali antipapi in Italia pensano di essere il
"vero" Papa cattolico? Chi sono, dove hanno sede, da dove originano la
Chiesa del Vangelo Quadrangolare, il Santo Ordine dei Cherubini e Serafini, la
confraternita sufi dei Layennes, la Comunità Odinista, la Fratellanza Solare
degli Intic Churincuna, la Chiesa Universale e Trionfante, l’Associazione
Ergoniana? A quale Chiesa fanno capo le Sorelle D.O.R.C.A.S. (Devote, Onorevoli,
Rigenerate, Consacrate, Amorevoli, Santificate)? Risultato
finale di una ricerca durata oltre dodici anni - da quando, nel 1988, è stato
fondato il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), che ha subito indicato
fra i suoi scopi la costruzione di una mappa delle religioni (e delle vie
spirituali non religiose, pure trattate in questa sede) in Italia - e insieme
costantemente aggiornata, l’Enciclopediadelle religioni in Italia
presenta mille pagine di ampie introduzioni storiche, dati statistici finalmente
attendibili, indirizzi, numeri di telefono, collegamenti Internet e analisi
dottrinali di oltre seicento realtà religiose e spirituali presenti in Italia
(su molte delle quali, poco note o discrete, getta una luce nuova), divise in
quaranta categorie. Dopo la pubblicazione di quest'opera, nulla in tema di
percezione del pluralismo religioso in Italia, potrà più essere come prima.
Eserciti di Dio. Le vere
ragioni delle Crociate (Gli)
Qual'è la radice
dell’odio dell’islam fondamentalista per l’Occidente? Sono davvero le crociate
la causa remota dell’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001? Fra
gli storici e gli studiosi di politica non pochi addossano alle «guerre
cristiane» la responsabilità di aver inaugurato l’era della colonizzazione
europea allo scopo di accaparrarsi le ricchezze della Terra Santa e di arruolare
nuovi credenti. Questa interpretazione giustifica l’idea di una sorta di peccato
originale che condizionerebbe i rapporti dell’islam con l’Occidente – un’idea
che si è insinuata nei discorsi e nei dibattiti più importanti e ha spesso
informato le scelte di capi di governo od organizzazioni internazionali (come la
Comunità Europea e l’ONU). Per Rodney Stark è arrivato il momento di fare
chiarezza, ricollocando al giusto posto – sulla base delle fonti dell’epoca
(dell’una e dell’altra parte) e degli studi più autorevoli – tutte le tessere
che compongono il complesso mosaico di quelle vicende lontane. Stark presenta i
protagonisti (i papi, i re, tutto il variegato universo umano che prese parte a
vario titolo all’impresa, e anche gli «infedeli» con le loro vere o presunte
eccellenze), analizza le ragioni e motivazioni rispettive, descrive i complessi
intrecci politici, economici e culturali (compreso il ruolo giocato nelle
società medio-orientali dalle comunità autoctone di ebrei e cristiani), e
naturalmente ricostruisce, con rigore e puntualità, la sequenza degli eventi.
Due conclusioni, fra le altre, si impongono. Innanzitutto le crociate sono state
all’origine una reazione obbligata all’aggressività di un’orda che si spingeva
sempre più in là e che doveva essere fermata. Poi appare evidente che l’ostilità
del mondo islamico per l’Occidente in conseguenza delle crudeltà crociate è un
fenomeno suscitato ad arte, in un’epoca a noi vicina, da chi voleva infiammare
gli animi per motivi che la storia degli ultimi anni ha perfettamente chiarito.
Esoterismo e tradizione
L’esoterismo, nel nostro mondo postmoderno,
riemerge come una delle componenti fondamentali del panorama religioso e
culturale. Ma che cos’è l’esoterismo? Da dove nasce, come si sviluppa?
Antoine Faivre - docente alla Sorbona, noto su scala internazionale come il più
profondo studioso di questo tema - si chiede qui in particolare, attraverso un
grande affresco storico che va dal Rinascimento a Guénon, quale posto abbia
nell’esoterismo occidentale l’idea, o la ricerca, di una tradizione o di una
filosofia primordiale o perenne che sarebbe comune a tutte le religioni:
un’idea che si ritrova in diverse forme nella storia delle correnti esoteriche
anche se non si identifica con l’esoterismo né è, in esso, sempre presente.
Al termine della sua ricerca, l’autore distingue fra un
"tradizionalismo" per cui l'esoterismo è un sistema chiuso - che
rischia di diventare dogmatico, sottratto alla discussione e quindi
incompatibile con ogni diverso accostamento - e un interesse
"esoterico" per le tradizioni e i simboli che si limita, più
modestamente, a presentarsi come un metodo.
Follia della Croce o nevrosi?
Il teologo psicoanalista tedesco Eugen Drewermann
è autore di numerose opere, caratterizzate dall'applicazione di categorie
psicoanalitiche nella trattazione di tematiche teologiche ed esegetiche, opere
che hanno avuto ampia eco e hanno provocato uno scontro dell'autore con la
gerarchia della Chiesa cattolica, così configurando il cosiddetto «caso
Drewermann». Fra tali opere spicca un voluminoso studio dedicato alla
psicologia dei chierici, edito nel 1989 in Germania, quindi pubblicato nel 1995
in italiano con il titolo Funzionari di Dio. Psicogramma di un ideale. Nel suo
esame, condotto con taglio storico-filosofico e con sensibilità teologica,
Ermanno Pavesi - uno specialista del campo da cui Drewermann trae lo strumento
del suo lavoro teologico - non contesta la liceità dell'uso, nel lavoro
teologico, della strumentazione offerta dalla psicologia contemporanea e da una
particolare corrente della stessa, la psicoanalisi, ma denuncia la mancanza di
utilizzo critico dello strumento e di corrispondente utilizzo teologico.
Infatti, lo strumento scientifico umano si rivela sempre portatore - in modo
almeno implicito - di risposte di fondo. Non è mai neutro. La prova della sua
compatibilità deve quindi passare attraverso un confronto fra i princìpi
metafisici che certamente - volente o nolente - lo animano e quelli del senso
comune e della fede.
Fondamentalismi (I)
Non è vero che non c’è più religione. Nel
mondo moderno le credenze e le pratiche religiose permangono, e la società
pluralista e multireligiosa può perfino favorire un risveglio delle religioni.
Ma quale tipo di religione resiste? E quale, invece, declina e rischia di
scomparire? Massimo Introvigne conclude qui che la domanda di religione ancora
presente è in gran parte una domanda di conservatorismo. Le Chiese,
denominazioni e movimenti «conservatori» guadagnano membri; quelle «progressiste»
ne perdono. Una rigorosa analisi sociologica spiega come, e perché. «Conservatore»,
però, non è sinomimo di «fondamentalista». Anzi, «fondamentalista» è
un’etichetta abusata che copre tre tipi diversi di organizzazioni religiose,
di tipo – rispettivamente – conservatore, fondamentalista e
ultra-fondamentalista. In una situazione normale, il tipo di religione che ha più
successo è quello conservatore; il fondamentalismo ha una presenza più
ridotta, l’ultra-fondamentalismo molto ridotta. Ma non viviamo tempi
normali. In un’ampia seconda parte, tutta dedicata – dopo esempi tratti da
altre religioni – al mondo islamico, Introvigne mostra come – dalla
Palestina alla Turchia, dall’Algeria all’emigrazione musulmana in Europa –
situazioni di tensione nazionale o internazionale, o di repressione
anti-religiosa avviata da governi laicisti, possono introdurre elementi di
distorsione sul «mercato religioso» intra-islamico e impedire alla domanda di
conservatorismo di trovare il suo sbocco normale. L’Occidente, in preda a una
«sindrome di Voltaire», attende l’improbabile successo di forze laiche o «progressiste»,
che nei paesi a maggioranza islamica godono di scarsissimo seguito popolare.
Dovrebbe invece favorire la crescita di un islam conservatore, unica vera
alternativa al fondamentalismo. Se l’islam conservatore non emerge, si
sviluppano invece i movimenti fondamentalisti e le frange ultra-fondamentaliste,
protagoniste anche degli episodi di terrorismo suicida. Anche di questi ultimi
Introvigne propone una ricostruzione e un’interpretazione che ne confermano la
natura religiosa e gettano una luce inquietante sui possibili sviluppi del
terrorismo dopo l’11 settembre. Un’appendice presenta, per la prima volta in
traduzione italiana, le impressionanti istruzioni di al-Qaeda consegnate ai
terroristi dell’11 settembre 2001, un documento a metà strada tra un manuale
del terrorista e una paradossale traccia per esercizi spirituali nell’attesa
della morte che riassume, meglio di tanti altri testi, lo stile di pensiero di
chi spinge il fondamentalismo fino al terrorismo. Una guida indispensabile al
mondo che l’11 settembre ha cambiato per sempre, fondata su solide basi
metodologiche ma ricca di esempi, dati, casi concreti tratti da una ventennale
esperienza di ricerche sul campo, dal Texas alla Palestina e all’India, di
agevole lettura anche per i non addetti ai lavori.
Fondamentalismi (I)
Parafrasando Marx, si può affermare che uno
spettro si aggira oggi per il mondo e turba i sonni anche di coloro che non si
interessano particolarmente di religione: lo spettro del fondamentalismo. Si
sente sempre più spesso parlare non solo di una "destra fondamentalista"
che influenza gli esiti delle elezioni americane, ma anche di un "fondamentalismo
islamico" – spesso sospettato di legami con il terrorismo –, di un
"fondamentalismo induista" che reclama l’espulsione dei missionari
cattolici e protestanti dall’India, e così via. Ma lo spettro è reale? È
possibile definire il fondamentalismo in modo scientificamente corretto? A
queste domande risponde lo storico delle religioni svizzero Jean-François Mayer,
attento anzitutto a mettere in guardia contro qualunque uso dell’etichetta
"fondamentalismo" a fini meramente polemici o per squalificare
avversari religiosi ritenuti non "politicamente corretti". Mayer
esamina quindi le correnti più spesso qualificate come "fondamentaliste"
e il loro complesso rapporto (che non è di semplice rifiuto) con la modernità,
proponendo di distinguere fra due grandi categorie: i fondamentalismi e i
nazionalismi religiosi, entrambi comunque protagonisti ormai ineliminabili della
scena religiosa e politica mondiale, con i quali la stessa globalizzazione
sempre più spesso è chiamata a fare i conti.
Formazione della Cristianità Occidentale (La)
"The Formation of Christendom" (1967)
raccoglie la prima parte delle lezioni tenute da Christopher Dawson nel periodo
in cui occupa la cattedra di Studi Cattolici Romani alla Divinity School della
Harvard University (1958-1962) ed è la sua ultima opera pubblicata in vita. Il
cuore del saggio, dedicato alla formazione, all’apogeo e ai primi segni di
dissoluzione della Civiltà cristiana romano-germanica – che sviluppa e completa
"The Making of Europe: An Introduction to the History of European Unity (1932) e
Religion and the Rise of Western Culture (1950)", già apparsi in traduzione
italiana – è preceduto da due ampie parti che, assieme alla precedente,
consentono al lettore una panoramica sufficientemente completa e approfondita
del pensiero dello storico britannico. La prima è dedicata alle idee di Dawson
in tema di sociologia della cultura e delle civiltà, sviluppate a partire dagli
anni 1920 in confronto critico con quelle espresse da Arnold Toynbee e da Oswald
Spengler, ma che si propongono lo scopo più ampio di illustrare la dinamica
attraverso cui le culture, qualunque sia il loro livello di sviluppo, si
influenzano e si fecondano. La seconda è dedicata all’illustrazione della
teologia della storia prima ebraica e poi cristiana, interesse che l’autore, da
sempre appassionato studioso del De civitate Dei di sant’Agostino, rinnova negli
anni dei totalitarismi vittoriosi e dilaganti e della secolarizzazione delle
democrazie, gli uni e le altre portatori di proprie visioni – vere e proprie
antiteologie – della storia.
G.I. Gurdjieff e la sua eredità
La maggior parte delle
persone pensa di essere sveglia, ma in realtà dorme e rimane per tutta la vita
in uno stato di non perfetta autocoscienza. Solo una élite, attraverso
tecniche particolari e un lavoro su sé stessi di una durezza talora brutale,
riesce davvero a risvegliarsi. È questo il più sconcertante, ma anche il più
importante, insegnamento di George Ivanovitch Gurdjieff (1866?-1949), che può
essere considerato uno dei più importanti maestri dell’esoterismo occidentale
moderno, pur avendo rifiutato la qualifica di «maestro» e usato solo con grande
circospezione la parola «esoterismo». Di Gurdjieff la vita è in gran parte,
specie nei primi anni, misteriosa, e può essere ricostruita solo con illazioni e
incertezze; l’insegnamento, se non segreto, è rimasto discreto ed è stato
diversamente interpretato da scuole, correnti e discepoli indipendenti. Allo
stesso tempo, Gurdjieff ha esercitato un’influenza tanto estesa quanto poco
conosciuta sulla letteratura, l’arte, l’architettura e la musica contemporanea.
Per limitarci a due soli esempi, l’influenza di Gurdjieff è dichiarata e
profonda sulla scrittrice Pamela Travers, l’autrice di Mary Poppins, e su
Frank Lloyd Wright, il più celebre architetto americano del XX secolo. Mettere
ordine nell’insegnamento di Gurdjieff – in parte trasmesso solo per via orale –
e sulle numerose scuole e tendenze che nascono dalla sua eredità, è un’impresa
raramente tentata dagli studiosi accademici contemporanei. Quest’opera di
Constance A. Jones presenta, in modo sintetico ma completo, una mappa delle idee
di Gurdjieff, dei gruppi che si richiamano al suo insegnamento e dell’influenza
che tuttora esercita in ambiti talora insospettati.
Guida politicamente scorretta
alla storia degli Stati Uniti d'America
The Politically Incorrect Guide to American History, rivelatosi negli
Stati Uniti d'America un vero e proprio best-seller, ha inaugurato nel 2004 la
fortunata collana statunitense delle Guide politicamente scorrette della Regnery
Publishing, che oggi ospita venti titoli, alcuni dei quali disponibili in lingua
italiana. L'approccio di Woods alla storia americna, ha affermato lo storico
Clyde N. Wilson,
«è ardito, brillante, provocatorio
e, cosa ancora più apprezzabile, è piacevole». L'opera, spiega l'autore nella
sua prefazione, intende essere un'introduzione ad alcuni degli aspetti più
controversi della storia americana - dalle origini coloniali fino all'«era
Clinton» - quasi sempre presentati, anche di qua dell'oceano, con lenti
ideologiche deformanti. Si potrà, allora, scoprire quanto gli ideali della
guerra di indipendenza americana fossero lontani da quelli della Rivoluzione in
Francia del 1789; che la cosiddetta «Guerra di secessione» non fu combattuta
solo e principalmente per la schiavitù; che le politiche assistenziali del New
Deal e lo strapotere dei sindacati peggiorarono gli effetti della Grande
Depressione; che l'infiltrazione comunista nelle stanze di Washington ai tempi
del senatore McCarthy era reale; che la politica e la personalità di alcuni tra
i presidenti più amati dall'establishment liberal - Abraham Lincoln, Franklin D.
Roosevelt o John F. Kennedy - furono tutt'altro che esenti da ambiguità. Come
per le altre Guide, al testo sono affiancati riquadri che ne vivacizzano la
lettura: suggerimenti bibliografici, citazioni sorprendenti, soprattutto di
«parte avversa» e incursioni nel bizzarro mondo del politicamente corretto.
GuLag. Storia dei campi di
concentramento sovietici
Anne
Applebaum ricostruisce per la prima volta in modo completo e documentatissimo il
sistema sovietico dei Gulag, dalla sua nascita subito dopo la Rivoluzione
d'ottobre alla sua enorme espansione, al suo smantellamento negli anni Ottanta
durante la glasnost' gorbacioviana. Ma soprattutto racconta quello che fu
un "paese nel paese", quasi una civiltà sommersa dell'estremo nord
dell'URSS, con leggi, tradizioni, cultura, lingua e persino
un'etica autonome. E offre una descrizione accurata, talora straziante, della
vita nei campi: parla dei prigionieri, dei comandanti e delle guardie.
Ricordare e analizzare questa immane tragedia - soltanto in epoca staliniana gli
internati furono circa 18 milioni - è perciò un dovere nei confronti non solo
delle vittime ma anche del nostro futuro.
Hamas. Fondamentalismo islamico e
terrorismo suicida in Palestina
Di Hamas, il movimento fondamentalista che dal
dicembre 1987 combatte senza tregua contro Israele chiedendo l'instaurazione in
Palestina di uno Stato islamico, l'opinione pubblica conosce soprattutto gli
attentati terroristici suicidi. Ma da dove viene veramente Hamas? Che cosa
vuole? Può essere messo a tacere tramite azioni semplicemente militari, o è
invece ormai così radicato da rivelarsi un fattore inalienabile in qualunque
scenario futuro della Palestina? Massimo Introvigne ne descrive le radici nelle
attività svolte in Palestina, fin dalle loro origini, dai Fratelli Musulmani -
l'associazione fondamentalista internazionale da cui Hamas deriva - l'ideologia
e il difficile rapporto con il nazionalismo palestinese di Arafat. La ricerca
(che offre anche per la prima volta una traduzione in lingua italiana dello
statuto di Hamas) analizza quindi con dovizia di particolari la scelta del
terrorismo suicida e l'addestramento particolare di chi sceglie questa forma di
"martirio": una scelta essenzialmente religiosa, che non può essere
ridotta a semplici fattori politici o economici, pure non assenti. Il terrorismo
suicida, conclude l'autore, è solo uno degli aspetti di Hamas, che trae in
realtà la sua forza da una complessa rete di attività culturali e religiose
stabilita in Palestina da decenni, e dal vigore internazionale del
fondamentalismo islamico radicale. Sono fattori che rendono difficile ipotizzare
un futuro prossimo della Palestina che prescinda da Hamas e rendono lo studio
del movimento fondamentalista obbligatorio per chiunque si interessi alla
questione palestinese.
Hare Krishna
Con i loro abiti di foggia indiana, i loro tamburi
e i loro canti gli Hare Krishna - cioé i membri della ISKCON, la Società
Internazionale per la Coscienza di Krishna - sono diventati da qualche
decennio una presenza familiare in molte grandi città occidentali. La loro
spiritualità e le loro pubblicazioni definiscono, per molti americani ed
europei, il modo in cui è generalmente percepita la religiosità dell'India.
La loro storia, per contro, è assai meno conosciuta. In un atteggiamento di
dialogo, ma senza tacere ombre e problemi, Eugenio Fizzotti e Federico
Squarcini ricostruiscono la straordinaria avventura del fondatore Bhaktivednta
Srila Prabhupada - che, sbarcato da solo a settant'anni negli Stati Uniti,
riesce in pochi anni a creare un movimento internazionale - sia le difficoltà
incontrate dagli Hare Krishna dopo la morte di Prabhupada, nel 1977. La storia
degli ultimi vent'anni - che comprende scismi, controversie, abusi e insieme
decisioni difficili e riforme coraggiose - è presentata qui per la prima
volta in uno sguardo d'insieme. Un'ampia parte dottrinale inserisce il
movimento degli Hare Krishna nel contesto più ampio delle correnti
devozionali di origine indiana, e risponde a quesiti non facili sui suoi
rapporti con il più vasto contesto della religione induista. Infine, con
un'attenzione particolare rivolta anche al consesto italiano, gli autori
presentano la vita quotidiana, le aspirazioni, i sogni e le difficoltà del
fedele Hare Krishna medio, e si chiedono che cosa riservi il futuro a una
delle minoranze religiose che più ha incuriosito storici e sociologi negli
ultimi decenni del Novecento.
Heaven's Gate
Il 26 marzo 1997 vengono scoperti a Rancho Santa
Fe, un sobborgo residenziale di San Diego, in California, i corpi di trentanove
membri del nuovo movimento religioso Heaven's Gate, protagonisti del maggiore
suicidio collettivo della storia che sia avvenuto sul suolo degli Stati Uniti.
Heaven's Gate --un culto dei dischi volanti fondato nel 1975-- non era un
movimento sconosciuto agli specialisti americani, che lo studiavano fin dagli
anni 1970. Sulla base di una documentazione in gran parte inedita, Massimo
Introvigne ricostruisce in questo studio la biografia dei fondatori Marshall
Herff Applewhite e Bonnie Nettles, la storia di Heaven's Gate, la dottrina
aberrante e paradossale che ha condotto il movimento fino al suicidio. Esplora
quindi le implicazioni della tragedia di Rancho Santa Fe per il dibattito in
corso sulle "sette" e su un presunto "diritto al suicidio".
In
vece del popolo italiano
Il libro raccoglie le relazioni del convegno organizzato dal
Centro studi Rosario Livatino il 29 novembre 2019 su Magistratura
in crisi. Percorsi per ritrovare la giustizia.
Trae spunto dalle indagini e dai procedimenti disciplinari che
nella primavera 2019 hanno scosso la magistratura italiana, colpendo componenti
togati del CSM, in carica e appartenenti a precedenti Consigli, ed esponenti di
vertice di significativi uffici giudiziari: ciò ha fatto emergere con evidenza
quel che era già noto all’interno del “corpo”, e cioè anomalie nella
attribuzione dei posti direttivi, nelle progressioni in carriera, nella gestione
della formazione, nel giudizio disciplinare. Poiché dopo i primi giorni è calato
il silenzio sull’intera vicenda, il convegno, e il libro che ne riprende gli
atti, pur non celebrando processi paralleli, né prendendo posizione pro o contro
le c.d. “correnti” della magistratura, contribuisce all’approfondimento delle
cause remote e prossime delle degenerazioni venute alla luce, nella prospettiva
di individuare vie di soluzione.
Completa il volume il discorso che Papa Francesco ha rivolto ai
componenti del Centro Studi Livatino. Contributi di: Domenico Airoma, Gian Carlo
Blangiardo, Carlo Guarnieri, Alfredo Mantovano, Giulio Prosperetti, Mauro Ronco,
Filippo Vari.
Identità
cattolica e anticomunismo nel'Italia del dopoguerra
In questo saggio si ripercorrono, attraverso le
vicende biografiche del vescovo romano mons. Roberto Ronca, i più importanti
passaggi della politica italiana del dopoguerra. Ecco quindi vissute dal
movimento ed interpretate dall'osservatorio privilegiato delle testate promosse
da Civiltà Italica (l'omonimo mensile, il quindicinale L'Italiano e
l'Agenzia Romana Informazioni) le delicate vicende della ricostruzione italiana,
la "scelta di campo" del 18 aprile 1948, fino a quel "centrismo" degasperiano
(1948-1953) e "post-degasperiano" di cui mons. Ronca fu il più attivo e
determinato avversario. Il suo disegno politico, infatti, mirava ad
intensificare l'azione anticomunista nel Paese e nella società, attraverso
l'alleanza delle forze autenticamente anticomuniste e "nazionali". Fu il vescovo
romano così ad ideare e promuovere, all'inizio degli anni '50, inediti
esperimenti di coalizione a livello amministrativo locale, dalla più nota
"operazione Sturzo" a Roma (che fallì) alla meno conosciuta ma significativa
"lista Bartolo Longo" a Pompei (che amministrò la piccola cittadina campana dal
'52 al 1955). Essi causarono tanto di quello scompiglio nella politica
nazionale, da generare una campagna diffamatoria contro Ronca che lo portò ad un
completo isolamento dal punto di vista umano ed ecclesiale. Da tale "caduta in
disgrazia", nel 1955, egli si riprese solo in seguito all'ascesa al pontificato
di Giovanni XXIII, che lo conosceva e lo stimava fin dai primi anni del
sacerdozio.
Identità
di genere: manuale di orientamento
Il testo si propone principalmente come
un manuale rivolto a coloro che intendono affrontare un lavoro psicologico
relativo alle ferite dell’identità sessuale. Nei vari capitoli troviamo, esposti
in modo discorsivo e accessibile, i riferimenti clinici, scientifici e
psicologici degli studi più recenti sull’omosessualità. Joseph Nicolosi,
psichiatra e psicoterapeuta cofondatore della NARTH (Associazione nazionale per
la ricerca e la terapia dell’omosessualità) con sedi in tutto il mondo, è il
principale ideatore della cosiddetta «terapia riparativa». Da decenni il suo
istituto studia i disturbi dell’identità sessuale. L’esperienza clinica che
Nicolosi mette a disposizione del lettore è che il terapeuta può accogliere una
domanda di trasformazione che procede da un lavoro di consapevolezza e dal
desiderio di poter decidere liberamente in merito alle scelte della propria
sessualità e della propria identità. In queste pagine l’autore ripercorre i
meccanismi psicologici, le dinamiche e le tappe evolutive che influiscono nella
costruzione soggettiva dell’identità di genere. Questo suo lavoro, distante
dalle polemiche e dalle prese di posizione precostituite, si propone anche di
informare, documentare e fare il punto intorno ai vissuti relativi alla storia
familiare, e alle sue dinamiche, implicate in quei soggetti che provano un
orientamento sessuale o affettivo verso il proprio sesso. Si tratta di un
percorso scientifico che accompagna il lettore nell’esplorare quel lato spesso
trascurato che viene tralasciato a favore della polemica, talvolta dai toni
forti, intorno all’omosessualità, al diritto degli omosessuali, al
riconoscimento delle coppie gay.
Illuminati e il Priorato di Sion
(Gli)
Il Codice da Vinci di Dan
Brown ha venduto nel mondo oltre venticinque milioni di copie. Angeli e Demoni,
dello stesso autore, ne ha confermato il successo. Molti pensano che si tratti
solo di romanzi, ma lo scrittore americano insiste che la sostanza di quanto
descrive è autentica. Nei due romanzi, Dan Brown mette in scena rispettivamente
il Priorato di Sion e gli Illuminati, società iniziatiche detentrici di tremendi
segreti e impegnate in un Grande Complotto. Il Priorato di Sion, in particolare,
sarebbe in grado di dimostrare che Gesù avrebbe sposato la Maddalena e da lei
avrebbe avuto dei figli. I discendenti carnali di Gesù, inoltre, sarebbero
ancora fra noi e si appresterebbero a rivelarsi. Massimo Introvigne, profondo
conoscitore del mondo delle società iniziatiche, narra per la prima volta la
storia del Priorato di Sion e degli Illuminati chiedendosi anche di quale
"volontà di credere" siano in preda gli uomini del nostro tempo, pronti a
semplificare la complessità della storia in miti suggestivi, ma falsi. Dietro il
Grande Complotto, in cui altri vorrebbero coinvolgere i massoni, i Templari e
perfino gli extraterrestri, si rivela così la verità di un complotto più
specifico, che mira non a conquistare il mondo, ma a diffamare la Chiesa
cattolica.
Immacolata concezione (L')
"La beatissima Vergine
Maria, sin dal primo istante del concepimento, per singolare grazia e privilegio
di Dio e in vista dei meriti di Gesù Cristo, fu preservata immune da ogni
macchia di peccato originale." Questo in sintesi il dogma dell'Immacolata
Concezione, proclamato da Pio IX l'8 dicembre 1854. La Madonna, Madre di Dio,
non poteva essere stata segnata dal peccato dei progenitori: solo una creatura
concepita pura e trasparente avrebbe potuto accogliere nel suo seno il corpo di
Cristo. Pochi sanno che questa verità di fede si affermava, a furor di popolo,
dopo secoli di feroci dispute teologiche, ma anche di profonda devozione nei
cuori più semplici. Un dogma che ha radici lontane e che oggi appare scomodo, in
un mondo in cui l'uomo ha la pretesa di bastare a se stesso e di essere immune
da colpa. La lunga e vivace storia raccontata in questo libro ha un filo rosso:
le apparizioni mariane, che da Lourdes a Fatima, a Medjugorje, hanno
costantemente confermato la presenza premurosa e materna della Madonna tra noi.
Induismo (L')
Che cos’è l’induismo? Definirlo è
difficile, dal momento che si tratta di una realtà completamente diversa da
quanto di norma si intende per religione. L’induismo non ha
un’organizzazione, né una dottrina ufficiale; non è unitario e non si
auto-definisce con il termine «induismo». È piuttosto una sorta di collezione
di vari movimenti religiosi e tradizioni che a prima vista sembrano non avere
quasi nulla in comune. Eppure, spiega Reender Kranenborg, specialista olandese
di religioni orientali di fama internazionale, il tradizionale accostamento che
considera l’«induismo» come una singola realtà può essere mantenuto.
Attraverso un’attenta indagine storica e dottrinale, è possibile fare
emergere – come avviene nel corso di questo studio – temi e atteggiamenti
comuni ai molteplici gruppi e correnti, che definiscono sia l’induismo sia
l’anima profonda dell’India. Si tratta di una realtà essenziale alla
comprensione del panorama religioso – e oggi anche geopolitico – mondiale,
al di là di idee ricevute e di immagini «turistiche» che ancora oggi spesso
condizionano la nostra visione dell’India.
Insorgenze antigiacobine in
Italia (1796-1799). Saggi per un bicentenario
Dalla rivoluzione islamica
del 1979 alle elezioni del 2004, l'Iran è rimasto al centro di una cronaca che
si è rapidamente trasformata in storia. Ben prima dell'11 settembre 2001, la
rivoluzione iraniana ha mostrato sia al mondo islamico sia all'Occidente che la
religione stava tornando al centro degli scenari geopolitici; che la forza
dirompente dell'islam era in grado di rovesciare governi sostenuti dalle più
potenti nazioni del mondo; e che movimenti islamici chiamati a torto o a ragione
"fondamentalisti" non costituivano solo una nota di colore, ma erano in grado di
prendere il potere. Dopo la rivoluzione, avvenimenti tragici - dalla dura
repressione di ogni opposizione alla sanguinosa guerra con l'Iraq - hanno
contribuito a togliere all'esperimento iraniano ogni alone romantico,
riproponendo invece il problema più generale del rapporto fra islam, politica e
democrazia. In questo studio Stefano Salzani presenta l'islam iraniano dalla
rivoluzione del 1979 ai giorni nostri con un taglio che non è quello del
politologo, ma dello specialista di storia delle religioni. Comprendere la
religione degli iraniani è infatti condizione indispensabile per capire non solo
l'Iran, ma gli scenari internazionali del confronto fra l'Occidente e l'islam.
Islam (L')
L'Islam sfiora il miliardo di fedeli nel mondo.
In Italia costituisce la seconda religione per diffusione sul territorio
nazionale. Anche se negli ultimi anni gli studi scientifici sull'Islam si sono
moltiplicati, lareligione dei musulmani rimane poco conosciuta. Ai testi
specialistici per gli addetti ai lavori fanno riscontro informazioni
approssimative, spesso imprecise, diffuse dai mezzi di comunicazione di massa.
Questo studio presenta anzitutto le origini dell'Islam, la figura straordinaria
del suo profeta, Muhammad, le vicende relative alla sua successione nel contesto
storico e sociologico dell'Arabia pre-islamica. Esamina quindi le fonti della
dottrina islamica, gli elementi fondamentali del credo musulmano, i pilastri
della fede, le scuole giuridiche e teologiche. Dopo un cenno agli usi e costumi
che derivano dalla religione islamica - in particolare per quanto riguarda la
famiglia e il matrimonio - è proposta una mappa, nello stesso tempo semplice e
completa, delle divisioni all'interno dell'Islam fra sunniti, sciiti, kharijiti,
movimenti "di origine islamica" come i drusi o gli alawiti, e si fa
cenno al significato di queste divisioni.
Laboratorio del GuLag (Il)
Tra i monasteri e gli
eremi delle isole Solovki fu creato il primo campo di concentramento sovietico,
il laboratorio di quella rete di 476 campi divenuti tristemente famosi con il
nome di «Gulag». A partire dal 1923 e fino al 1939 i bolscevichi vi deportarono
i «nemici» del comunismo: aristocratici, preti, «borghesi », contadini, operai,
intellettuali, funzionari, artisti, quadri del Partito caduti in disgrazia.
«Inventato» da Trockij, adottato da Lenin e perfezionato da Stalin, il campo
delle Solovki arrivò a ospitare 70.000 detenuti e nel solo 1937 furono eseguite
2000 fucilazioni. Il modello delle Solovki (e, più in generale, il Gulag)
influenzò profondamente la costruzione della società sovietica: si calcola che
in quei decenni un adulto su sette trascorse almeno alcuni mesi in un campo.
L’esperienza penitenziaria serviva a distruggere le «strutture» dell’epoca
imperiale, a livellare le classi sociali e, soprattutto durante lo sforzo
bellico, a fornire la manodopera necessaria all’industrializzazione del paese.
L’«armata del lavoro» teorizzata da Trockij nel 1918, che avrebbe dovuto fare le
fortune dell’Unione Sovietica, non consistette in altro che in migliaia e
migliaia di esseri umani ridotti in schiavitù, mutilati e uccisi. Costruito
sulla scorta di una vasta documentazione originale, resa in gran parte
accessibile dall’apertura degli archivi dell’ex Unione Sovietica, e con
l’ausilio di molte testimonianze inedite di prigionieri sopravvissuti e dei loro
familiari, questo libro è un contributo alla conoscenza della verità e un
omaggio alla memoria delle vittime del comunismo, ancora oggi dolorosamente
neglette, in Russia come in Occidente.
Lavaggio del cervello: realtà o
mito? (Il)
Le "sette", le religioni,
l’estremismo politico usano il lavaggio del cervello per reclutare e
conservare fedeli? Oppure la metafora del lavaggio del cervello è utilizzata
semplicemente in chiave polemica, per squalificare e discriminare dottrine
religiose e politiche impopolari? Queste domande sono al centro di vaste
controversie fin dal 1950, quando l’accusa di praticare il lavaggio del
cervello è rivolta per la prima volta alla Cina di Mao. Emergono in quegli anni
due modelli diversi, uno di critica articolata al cosiddetto "totalismo"
presentato dallo psichiatra Robert Jay Lifton e dallo psicologo Edgar Schein, e
uno che ritiene invece il "lavaggio del cervello" uno strumento
misterioso e infallibile, attribuito dai servizi segreti statunitensi (che
realizzano segretamente diversi esperimenti al riguardo) ai comunisti russi e
cinesi. Solo più tardi il secondo modello è applicato alle "sette",
incontrando sia antiche paure nei confronti dell’ipnotismo, sia una
preesistente critica psicologica della religione in genere, e ispirando
iniziative politiche e legislative "anti-sette" negli anni 1970 e 1980
negli Stati Uniti (dove incontrano resistenze da parte di studiosi e giudici, e
ultimamente falliscono), quindi dagli anni 1990 in Europa. Massimo Introvigne,
da anni coinvolto in prima persona in questi dibattiti, ricostruisce
dettagliatamente la storia delle controversie, e formula alcune proposte per un
possibile dialogo fra critici delle "sette" e studiosi accademici di
nuovi movimenti religiosi, questi ultimi in maggioranza fortemente critici nei
confronti delle ipotesi del lavaggio del cervello.
Leggi naturali dell'ordine
sociale. Sovranità, governanti e governati
Il
saggio di Louis de Bonald è l’esposizione in forma sintetica e abbreviata delle
tesi di filosofia politica — necessità dell’autorità temporale, sua origine
divina, parte importante di una rivelazione primitiva che include il linguaggio,
critica del pensiero illuministico radicale e della Rivoluzione francese
“giacobina” — che l’autore ha formulato nel più ampio trattato Théorie du
pouvoir social, composto pochi anni prima nell’esilio, per rispondere
succintamente alle obiezioni suscitate dall’opera prima. È la prima traduzione
italiana di un saggio completo di de Bonald e, anche per le dimensioni
proibitive delle altre sue opere, ha lo scopo di agevolare il lettore italiano
che voglia accostare “in diretta” — molti in Italia hanno studiato de Bonald, ma
mai traducendone l’articolata prosa — il complesso pensiero di un grande “padre”
della scuola contro-rivoluzionaria. Il volume è preceduto da un invito alla
lettura di Mauro Ronco, giurista, docente emerito di Diritto Penale in diverse
università italiane e straniere, e attuale presidente del Centro Studi Rosario
Livatino. Traduzione, integrazione dell’apparato critico e postfazione di Oscar
Sanguinetti.
Libertà religiosa, «sette» e
«diritto di persecuzione
Il trentesimo
anniversario della Dichiarazione sulla libertà religiosa. Il diritto della
persona e delle comunità alla libertà sociale e civile in materia religiosa «Dignitatis
humanae», promulgata da Papa Paolo VI il 7 dicembre 1965 e la pubblicazione
- il 10 gennaio 1966 - di un rapporto da parte di una commissione d'inchiesta
sulle sette dell'Assemblea Nazionale francese - il cosiddetto Rapport Guyard
- hanno riproposto all'attenzione il problema della libertà religiosa. A questo
tema è dedicata una Nota a proposito della libertà religiosa di
Giovanni Cantoni. I movimenti anti-sette - da non confondere con chi critica i
nuovi movimenti religiosi da un punto di vista dottrinale - distinguono le
«sette» dalle «religioni secondo criteri puramente quantitativi, prescindendo
dalle loro dottrine e considerando «settaria» ogni esperienza religiosa più
intensa ed esigente di quanto il moderno secolarismo sia disposto a tollerare.
Denunciano così come «sette» - come l'esperienza francese dimostra - anche
realtà che fanno parte del mondo cattolico; e spesso la prospettiva anti-sette
si rivela semplicemente come prospettiva anti-religiosa. Per confutare questi
errori e queste mistificazioni segue «Sette» e «diritto di persecuzione»:
le ragioni di una controversia, di Massimo Introvigne.
Luigi Gedda e il movimento
cattolico in Italia 1902-2000
Luigi Gedda (1902-2000) ha attraversato il XX secolo. Da protagonista fino agli
anni Sessanta, da « emarginato » nei successivi quarant’anni. La guida dei
Comitati Civici nelle elezioni del 18 aprile 1948 (uno scontro di civiltà che
segna la nascita dell’Italia moderna), il presidente dell’Azione Cattolica dal
1952 al 1959, considerato « onnipotente » per la sua vicinanza a Pio XII, viene
negli anni successivi messo in un angolo e su di lui si scaricano il livore
storiografico e un’acredine tanto amara quanto persistente nel tempo. Ma lui non
si ribella e neppure si lascia disorientare. Accetta con grande umiltà il suo
nuovo ruolo, continua a svolgere la sua professione medica, e soprattutto
continua a guidare l’amata Società operaia, l’associazione fondata durante la
Seconda guerra mondiale per la santificazione dei propri membri. Oggi la sua
vita può essere riletta con più serenità di un tempo, quando imperversavano le
ideologie che erano penetrate anche in parte dell’associazionismo cattolico.
Questo libro non è una biografia, ma vuole più semplicemente illustrare il ruolo
svolto da Gedda nei diversi eventi che lo videro protagonista. Il lettore
scoprirà un Gedda inedito, molto anticomunista e contemporaneamente impegnato
per favorire il « ritorno » dei comunisti in seno alla Chiesa, molto capace
nell’organizzazione e contemporaneamente consapevole che solo una dura
formazione e una profonda spiritualità permetteranno la crescita di una classe
dirigente. Un Gedda che merita di essere conosciuto anche dai molti che non ne
hanno mai sentito parlare o che su di lui hanno ascoltato o letto soltanto «
frasi fatte » o luoghi comuni.
Madonna di Guadalupe. Un caso di
"inculturazione religiosa" (La)
Magna Europa, Grande
Europa, è il nome con cui si può indicare il mondo umano e culturale nato
dall’espansione degli europei nel mondo, così come la Magna Grecia è stata
anzitutto la “Grecia di fuori”, ma, in ultima analisi, la Grecia in tutta la sua
maturazione.
Il seminario La
Grande Europa. Aspetti e momenti storico-culturali, organizzato da Alleanza
Cattolica e di cui il volume raccoglie gli atti, si articola in tre parti. Nella
prima sono illustrate a grandi linee caratteristiche politiche, culturali e
tecnologiche dell’Europa che, sul finire del Medioevo, si accinge a uscire da se
stessa. Quindi vengono descritti i viaggi di scoperta; i principali aspetti e
momenti degl’insegnamenti extraeuropei, soprattutto quelli meno noti o più
trascurati, come – per esempio – le Filippine spagnole e l’Asia portoghese; il
processo d’inculturazione, che ha lasciato nel mondo consistenti filiazioni
europee, numerose “Europe” fuori dall’Europa Continentale. Infine, sono
brevemente illustrati i legami di tipo politico-militare ed economico, che, pur
passando attraverso le strutture “nazionali”, le superano e, in un certo senso,
le limitano, permettendo così il riespandersi di una gerarchia dei lealismi,
atrofizzata dalla lunga stagione caratterizzata dallo “Stato nazione” e/o dallo
“Stato moderno”.
Magna Europa, Grande
Europa, è dunque un grande spazio umano e culturale anzitutto da “percepire” per
quindi coglierne l’origine, il passato, poi il presente, nel quale è in corso
una destrutturazione statuale, e che forse è in attesa, in un futuro più
o meno prossimo, di una corrispondente ristrutturazione “imperiale”, sollecitata
e facilitata dalla consapevolezza dell’omogeneità sia della civiltà materiale
che dei princìpi di riferimento.
Manuale dell'Inquisitore
Il Vademecum del 1376 ad uso degli inquisitori per consigliarli nel loro
lavoro quotidiano e soprattutto aiutarli a districarsi tra le regole della
minuziosa procedura. Come riconoscere un eretico, come istruire un processo per
eresia, quale domande-tranello porre per smascherare la malafede di teologi in
odor di eresia, da quali segni riconoscere negromanti, adoratori del diavolo e
streghe, quando richiedere l'intervento del boia per torturare.... Tutte queste
e altre questioni affronta Fra Nicolau Eymerich, domenicano e inquisitore
generale d'Aragona, autore di questo Manuale, famoso per la sua
vastissima diffusione, che Cammilleri presenta qui insieme al commento di
Francisco Peña, eminente giureconsulto e canonista del XVI secolo. Apprezzato
divulgatore sul tema dell'Inquisizione, Rino Cammilleri ha aggiunto via via
ulteriori commenti alla luce della storiografia più accreditata. Il risultato è
uno spaccato a tutto tondo di vita medievale e rinascimentale, una panoramica
generale sull'Inquisizione quale non è dato vedere nelle opere che parlano
dell'Inquisizione ma non fanno parlare gli inquisitori.
Martirio al Santuario
Nel 1538 un'immagine sacra venerata in una
cappelletta appena fuori dal borgo di Rho cominciò a lacrimare sangue. Ora
l'immagine è conservata sull'altare maggiore del santuario dedicato alla Madonna
Addolorata di Rho, che è diventato nei secoli uno dei principali santuari
mariani della diocesi di Milano. L'immagine miracolosa rappresenta Maria che
tiene in braccio Gesù, la vittima innocente. Il 13 giugno 1920 Angelo Minotti,
giovane catechista rhodense, fu ucciso dai socialisti a causa della sua fede
religiosa sul piazzale del Santuario. Anch'egli vittima innocente che ora riposa
tra le braccia amorevoli di Maria. Roberto Marchesini ricostruisce con passione
ed abbondanza di documenti la vicenda dell'omicidio consumato sul sagrato del
santuario, inserendolo nel contesto storico e politico dell'epoca. Emerge
un'immagine ricca e inedita dell'Italia cattolica nella prima metà del
Novecento. Un capitolo dell'opera è dedicato alla tanto importante quanto
sconosciuta associazione Avanguardia Cattolica, nata con lo scopo di difendere
fisicamente la religione cattolica e attiva tra le due guerre in tutto il nord
Italia.
Maschi o
femmine?
L'autore costruisce in questo libro una
confutazione delle idee portate avanti dal femminismo radicale che vede le
differenze tra i sessi unicamente come un prodotto culturale. Secondo tali
teorie lo stesso termine "sesso" andrebbe sostituito con la parola "genere" che
non crea alcuna discriminazione e lascia libero l'individuo di fare le proprie
scelte in materia di orientamento sessuale senza vincolarlo all'eterosessualità.
Massoneria (La)
Le origini della massoneria - secondo la storica
inglese Frances Yates - sono uno dei problemi più discussi e discutibili in
tutto il campo della ricerca storica. Oggi la massoneria è spesso evocata nelle
cronache politiche - e talora giudiziarie - senza che sia sempre ben chiaro di
che cosa esattamente si stia parlando. Ma, anzitutto, che cos'è la massoneria?
Come è nata? La massoneria moderna, «figlia primogenita dell'intellettualismo
settecentesco», nasce sotto il contrastante auspicio del razionalismo e di
quell'anelito preromantico al mistero che affonda le radici nella tradizione
esoterica. L'autore affronta nel volume i delicati interrogativi che
accompagnano la storia della massoneria e scorge nel «metodo massonico» la
peculiarità di una realtà composita che non cessa ancor oggi di porre problema
nei suoi rapporti con la religione e la società.
Il
libro racconta la vita drammatica ed edificante del cardinale vietnamita Van
Thuan, appartenente a una delle famiglie più importanti del Vietnam. Sacerdote,
testimone della lunga guerra civile che sconvolse la sua patria durante il
periodo dell’occupazione francese e poi durante l’aggressione comunista alla
parte meridionale del paese, in seguito agli accordi di Ginevra del 1954,
vescovo della diocesi di Nha Trang, il futuro cardinale è stato per tredici
anni prigioniero nei pressi di Hanoi, città nella quale dovrà risiedere dopo
la scarcerazione, avvenuta il 21 novembre 1988, festa della presentazione di
Maria al Tempio. L’opera - scritta da un amico del cardinale, nativo anche lui
di Hue, nel Vietnam centrale, capo della Commissione cattolica internazionale
delle migrazioni, con sede a Ginevra - descrive il penoso calvario nelle
prigioni comuniste e poi la seconda parte della vita di van Thuan, quando
risiederà a Roma senza più poter tornare in patria, dove nel 1975 era stato
nominato arcivescovo coadiutore di Saigon, l’antica capitale del Vietnam del
sud, alla quale era stato dato il nome di Città di Ho Chi Minh. Nella capitale
della cristianità, infatti, l’arcivescovo vietnamita conoscerà una seconda
vita, diventando prima vice-presidente e poi presidente del Pontificio Consiglio
per la giustizia e la pace e infine venendo nominato cardinale, oltre a essere
scelto, nel 2000, come predicatore degli esercizi spirituali al Pontefice e alla
curia romana. Il libro non è soltanto una edificante biografia di un testimone
della fede e della libertà nel secolo scorso, ma anche una puntuale storia del
Vietnam moderno, che descrive i passaggi essenziali e il prolungato dolore, che
continua ancora oggi, di un popolo di religione a maggioranza buddista, con una
significativa presenza di cattolici, circa il 10% della popolazione. Un’opera,
oltretutto, che restituisce la giusta dignità a un uomo, zio materno del
cardinale, il Presidente del Vietnam Ngo Dinh Diem, che guidò il paese dal 1954
al 1963, quando venne assassinato nell’ambito di un colpo di Stato militare
voluto dalla miopia del governo americano e dall’ambizione e corruzione di
alcuni generali vietnamiti.
Mormoni. Dal Far West alle
Olimpiadi (I)
Luglio 1847: la prima carovana di 1700 pionieri arriva nella
valle del Grande Lago Salato, presso l’odierna Salt Lake City, e dà inizio
all’epopea mormone nello Utah. Febbraio 2002: le Olimpiadi invernali di Salt
Lake City attirano sullo Utah - e, fatalmente, sulla Chiesa dei mormoni che a
Salt Lake City ha la sua sede e il suo grande tempio - l’attenzione di tutto
il mondo. Dal Far West ai grattacieli, dalla pratica della poligamia
(abbandonata nel 1890) all’attuale difesa intransigente della famiglia, la
storia della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, la Chiesa
dei mormoni, ha in sé tutti gli elementi di un grande affresco storico.
Massimo Introvigne, che dal 1988 pubblica saggi sul mormonismo e che a Salt
Lake City è da molti anni di casa, così tra i mormoni sia conservatori sia liberal
come negli ambienti della minoranza non mormone, offre con questo libro una
sintesi della straordinaria storia, della peculiare dottrina e della ricca
vita comunitaria dei mormoni (oggi più di undici milioni), interrogandosi
anche sulle loro prospettive future nel ventunesimo secolo.
Mistica del silenzio in suor Maria Amata di Gesù carmelitana scalza
Il libro si
offre come introduzione e approfondimento al manoscrittoI
dodici gradi del silenziodella
mistica carmelitana francese Suor Maria Amata di Gesù (1839-1874).
L'attuale contesto di dialogo interreligioso, favorito dalla
ortodossa interpretazione del Concilio Vaticano II alla luce della Sacra
Tradizione - così come costantemente ribadito nel Magistero di Papa Benedetto
XVI e di Papa Francesco - trova maturi i tempi per una spiritualità cattolica,
da decenni presente nei gruppi della meditazione cristiana, vissuta nel silenzio
interiore della propria anima al cospetto del Dio vivente e in dialogo
consapevole con la diversità propria delle meditazioni orientali. Spiritualità
dalle radici antiche e profonde, radicata nella Sacra Scrittura e
nell'esperienza soprannaturale dei padri del deserto, dei Padri della Chiesa,
dei mistici medievali, moderni e contemporanei, la pratica del silenzio
interiore ci permette di accedere in modo sicuro all'esperienza del Dio presente
in noi e di ristrutturare mente e corpo dai disagi del vivere antinaturale
promosso dalla società globalizzata.
Mantenere
la costosissima rete terroristica islamica è impensabile senza il sostegno e la
solidarietà di moschee e centri universitari, finanziati a loro volta da
istituzioni del mondo islamico con l'obiettivo della dàwa, la diffusione della
fede. È questa, in sintesi, la tesi di fondo del libro. Con un lavoro da
certosino, Morigi scava a fondo la complessa realtà economica dell'Islam e
districandosi fra i fondi islamici bilanciati conosciuti, proprietà di quote
azionarie di importanti multinazionali occidentali da parte della finanza araba,
finanziamenti «sospetti» a scuole e università americane ed europee denuncia
il rischio di «una colonizzazione economica e culturale da parte dell'Islam» e
«la creazione di un preciso sistema per coprire le enormi spese del terrorismo».
Per prima cosa l'autore sfata «il mito dei terroristi poveri». Tra gli
esecutori materiali degli attentati molti - spiega fornendo dati e riscontri
precisi - hanno un grado di cultura elevato e una condizione economica di gran
lunga superiore alla media della popolazione di appartenenza, quando non sono
benestanti. Quindi Morigi analizza il finanziamento del terrorismo, dal
narcotraffico ai sostanziosi investimenti in metalli preziosi (che oltre ad
essere un bene rifugio crescono di valore in caso di attentati) fino ai
disinvestimenti in alcune società crollate in Borsa dopo l'attentato alle Torri
Gemelle «avvenuti stranamente nei giorni precedenti i fatti dell'11 settembre
2001». Infine studia le limitazioni coraniche alla libera economia (fra cui la
condanna degli interessi bancari considerate una forma di usura) e si chiede che
senso abbiano importanti fondi di investimento islamici che proprio a causa di
questi vincoli hanno redditività irrisorie «se non quello di nascondere i
finanziamenti e i finanziatori del terrorismo internazionale». Il giornalista
si interroga ancora su come mai, nonostante in molti Paesi dell'Islam le
strutture scolastiche siano quasi inesistenti, queste nazioni siano così
generose con gli atenei occidentali.
New Age (Il)
Per alcuni il New Age è l'ultima novità in
fatto di mode spirituali, un fenomeno in tumultuosa crescita che invade tutte le
sfere della cultura, dell'arte, della letteratura, della religione. Per altri il
New Age è ormai in crisi, e si è ridotto a una serie di fenomeni soprattutto
commerciali, in cui quella che era stata una corrente spirituale e culturale si
immiserisce in una moda declinante. Ma -- anzitutto -- che cos'è il New Age?
PierLuigi Zoccatelli inquadra il fenomeno nel passaggio dal moderno al
post-moderno e ne rintraccia le origini, la storia, la dottrina sotto il profilo
psicologico, storico, sociologico, dottrinale, fino a indagarne l'attuale crisi,
la possibile "fine" e l'eredità che lascia al nostro tempo.
La Camera dei Deputati ha in corso l’esame delle proposte di
legge presentate da più forze politiche in tema di contrasto all’omo/transfobia.
Nelle precedenti legislature vi sono stati tentativi in tal senso, ma oggi la
loro approvazione avrebbe un significato più penetrante: essa completerebbe il
percorso che ha visto, fra le altre, l’introduzione della legge sulle unioni
civili, con un regime prossimo al matrimonio same-sex, l’inserimento tra i
farmaci distribuiti dal Servizio sanitario nazionale della c.d. triptorelina (la
molecola che, assunta da un adolescente, blocca lo sviluppo ormonale, nella
prospettiva del mutamento di genere) e la frequente trattazione a scuola di tali
tematiche, secondo l’impostazione ideologica del gender. In qualche modo le
nuove disposizioni metterebbero “in sicurezza” le “conquiste” appena menzionate,
sanzionando penalmente la manifestazione di opinione in dissenso, quale indice
di discriminazione.
Il volume ha lo scopo di fornire gli elementi essenziali per
affrontare la tematica dal punto di vista giuridico, al netto di qualsiasi
riferimento di ordine religioso o confessionale: intanto proponendo la lettura
sinottica delle proposte di legge in discussione (Francesco
Farri), e poi inquadrandola nel contesto attuale
(Domenico
Airoma). I capitoli seguenti trattano della
pericolosità di introdurre nell’ordinamento i c.d. hate
crime, soprattutto in materia di orientamento
sessuale (Mauro
Ronco); della inutilità delle norme, se il loro
scopo è quello di impedire ingiuste discriminazioni in danno di persone
omosessuali, poiché esistono già i presidi a tutela, e comunque il fenomeno
appare esiguo, se non proprio inesistente (Alfredo
Mantovano); della incompatibilità di esse con la
logica del sistema penalistico italiano (Carmelo
Leotta), della disciplina esistente in altri
Paesi, e degli effetti negativi emersi dove norme simili sono state approvate (Francesco
Cavallo); della libertà di opinione e di come
preservarne l’esercizio, qualora queste disposizioni divenissero legge (Roberto
Respinti).
Omosessualita: una guida per i
genitori
Con questo libro pionieristico, Joseph e Linda
Ames Nicolosi mettono in risalto i principali fattori che contribuiscono a
formare nei bambini un sano senso di sé come maschi o come femmine. Dopo aver
raccolto i commoventi ricordi dell'infanzia di uomini e donne ex omosessuali,
i Nicolosi prendono in esame i vari fattori (biologici, familiari e culturali)
che ostacolano il normale sviluppo dell'identità sessuale, e quindi forniscono
una serie di consigli pratici per i genitori che desiderano aiutare i figli a
completare il cammino verso il conseguimento della propria identità di genere.
Il testo esce in una nuova
edizione aggiornata ed ampliata. Si tratta di un racconto storico dei trent'anni
di vita dell'importante movimento dei cattolici nato dopo la Società della
Gioventù cattolica e precedente l?Azione cattolica vero nomine. L'Opera dei
Congressi
Della campagna che Osama bin Laden ha scatenato contro
l'Occidente spesso ci si limita a considerare gli aspetti politici e militari:
Massimo Introvigne s'interessa in questa sede invece alle radici
specificamente religiose del suo progetto apocalittico, e spiega come solo
comprendendo da dove viene il terrorismo di al-Qa'ida si possa cercare
d'immaginare dove va. Lo studio affronta la nozione di fondamentalismo
islamico e le sue relazioni con l'islam in generale, con il millenarismo e con
il terrorismo; la biografia di Osama bin Laden, il contesto afghano e la
storia delle organizzazioni che a lui fanno riferimento; l'ideologia del «principe
del terrore» quale emerge dai suoi scritti. Un'ampia appendice documentale
comprende la traduzione annotata degli scritti principali di bin Laden,
comprese le cosiddette «Epistole Ladenesi» del 1996, il cuore del suo
progetto terroristico, mai tradotte integralmente in italiano; e del rapporto
del governo inglese del 4 ottobre 2001, che costituisce un completo atto di
accusa nei confronti del terrorista.
Osho Rajneesh
Osho Rajneesh (1931-1990) è uno dei maestri
orientali più popolari in Italia -- dove i suoi discepoli, noti allora come
"arancioni", divennero figure familiari negli anni della
"controcultura" e della contestazione -- e ha esercitato
un’influenza cruciale sul New Age. Ma chi era veramente Rajneesh? Un teorico
del libero amore che ostentava ricchezza, una collezione di Rolls-Royce e un
aperto disprezzo per i poveri? Un saggio capace di condurre i suoi discepoli
all’illuminazione tramite il paradosso? Una vittima di manovre spregiudicate
di discepoli infedeli e perfino di governi? Rajneesh era, insieme, tutto
questo -- risponde la sociologa inglese Judith Coney, che ha seguito le
vicende del suo movimento per molti anni -- ed era molte altre cose ancora.
Maestro della contraddizione, Rajneesh ha fatto della sua vita una paradossale
opera d’arte, che si riflette oggi nei vari rami del suo movimento. Judith
Coney ne propone una mappa e una guida, come introduzione a una realtà
destinata altrimenti a rimanere indecifrabile.
Per Dio e per la
Patria
Il libro di Paolo Martinucci offre al lettore dieci biografie di
contro-rivoluzionari italiani ‒ seguirà un secondo volume con altri dieci
profili ‒, vissuti tra la seconda metà del Settecento e i primi decenni
dell’Ottocento e protagonisti della vita politica degli Stati preunitari.
L’autore delinea le figure di questi personaggi, seguendo l’ordine cronologico
della loro esistenza, passo per passo, evidenziandone l’educazione e la
formazione ricevute, le iniziative assunte in prima persona, quelle promosse da
altri e condivise, le polemiche e i dissidi generati, i contrasti
intra Ecclesiam
e nei governi “restaurati” dopo il Congresso di Vienna (1814-1815). Introduce il
volume un ampio e approfondito studio di Marco Invernizzi, saggista, storico del
movimento cattolico, Reggente Nazionale di Alleanza Cattolica, direttore della
rivista
Cristianità
e curatore della rubrica
La voce del Magistero
di Radio Maria.
Per una
civiltà cristiana nel terzo millennio
Mentre l’Occidente vive l’ormai
plurisecolare agonia della Cristianità, esito della dialettizzazione fra fede e
vita e fra fede e cultura, la stessa Modernità va dissolvendosi: con il malato
viene morendo anche il virus che lo sta uccidendo. Di fronte
all’ambigua postmodernità, tempo insieme di accelerazione finale di tale
processo e di potenziale inversione di esso, si può immaginare una Cristianità
Nuova nel terzo millennio, forse realizzazione della promessa della
Madonna a Fatima: "Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà"? Una
cristianità che fronteggi la sfida del mondo multipolare, rivelato dal 1989, e
che combatta la quarta guerra mondiale, scoppiata l’11 settembre 2001? La
risposta positiva e profetica è di Papa Giovanni Paolo II. Perciò, mentre Papa
Benedetto XVI auspica un’autocritica della Modernità e dello stesso
cristianesimo moderno, Giovanni Cantoni suggerisce prospettive e riflessioni
intese a promuovere – in metodico confronto con il Magistero della Chiesa
Cattolica – tale Cristianità Nuova, a partire dalla consapevolezza della
Cristianità in agonia e dalle sue dimensioni culturali, cioè dalla coscienza
della Magna Europa. Quindi propone, per flash, un’operazione di
raccolta e di utilizzo di quanto ha conservato, rielaborato e trasmesso la
"provincia" di tale grande area culturale – è privilegiata l’Iberoamerica –,
provvidenziale, anche se non unica, portatrice di ciò che, spesso, il centro,
irresponsabile o colpevole, ha già abbandonato o di cui si viene ancora
"liberando" perfino con orgoglio. Cioè indica un suggestivo percorso definito
dal filosofo argentino Alberto Caturelli come "quinto viaggio di Colombo",
dunque un ritorno dalla periferia al centro, una riconciliazione del mondo
occidentale e cristiano con le proprie radici culturali.
Pifferaio di Davos. Il Great Reset del capitalismo:
protagonisti, programmi e obiettivi
Il World
Economic Forum di Davos è una community caratterizzata dalla
cooperazione ai massimi livelli tra colossi industriali e finanziari, importanti
leader politici mondiali, realtà sovranazionali, banche centrali,
primarie fondazioni, accademie, media e influencer globali.
L’obiettivo è superare un modello economico in parte ancora fondato sulla
libertà economica della piccola e media impresa privata e su basi
prevalentemente nazionali, giudicato non più sostenibile, per definire
una governance politica ed economica sovranazionale, basata sulla
pianificazione e sul controllo. Siamo immersi da alcuni anni in una Grande
Narrazione, che alimenta la percezione di crisi ed emergenze continue: dalla
pandemia sanitaria alla “pandemia” climatica, dalla crisi
energetica a crescenti tensioni geopolitiche. La narrazione di crisi
esistenziali, e senza precedenti nella storia umana, è funzionale a rendere
accettabili gli enormi sacrifici in termini di privacy, proprietà privata
e libertà richiesti dall’iniziativa di Davos: la paura consente il
controllo. L’agenda riguarda ogni aspetto della vita dell’uomo: dagli
investimenti all’energia, dalle automobili all’organizzazione urbana, dalle
abitazioni all’alimentazione, dai consumi al denaro, dall’identità alla sanità,
dalla famiglia alla vita sociale. Un Grande Reset, che muove
dall’ideologia climatista e dalla digitalizzazione per coinvolgere non solamente
le molteplici attività umane ma addirittura tutto l’uomo, aprendo a
prospettive transumane per ricreare da zero un mondo nuovo:
sostenibile, inclusivo e resiliente. L’accettazione obbediente di
draconiane e spesso irrazionali misure di confinamento, controllo e limitazione
dei diritti più elementari durante la gestione politica della recente emergenza
sanitaria ha dimostrato che con una narrazione adeguata si può facilmente
modificare il comportamento umano dei più. L’epidemia CoViD-19, non a caso, è
stata fin da subito considerata dal WEF una grande opportunità da
cogliere, e da cogliere in fretta. Urge una contro-narrazione per
rompere l’incantesimo, mostrare che il Re è nudo e scendere finalmente
dalla Montagna Incantata di Davos. Per un salutare ritorno al reale,
prima che il reale ci presenti il conto.
Pio XII
Ha conosciuto da vicino i grandi mali del
ventesimo secolo, è stato ostaggio dei rivoluzionari bolscevichi, ha visto
nascere il nazismo. È stato collaboratore di Pio XI, condividendone l'avversione
per le ideologie totalitarie ma anche il tentativo di trovare un modus vivendi
con gli Stati più ostili che garantisse la libertà ai cristiani. È diventato
papa alla vigilia di una guerra che avrebbe contato oltre cinquanta milioni di
morti, culminata nell'abisso del genocidio degli ebrei perpetrato dai nazisti.
Ha regnato negli anni del dopoguerra indicando la via per ricostruire attraverso
la democrazia tutto ciò che era stato spazzato via dal conflitto. È stato
protagonista delle vicende politiche italiane. Ha proclamato un nuovo dogma
mariano, ha scritto documenti dottrinali importantissimi, ha accettato la
legittimità del metodo storico-critico per lo studio della Bibbia, ha preso in
considerazione l'ipotesi evoluzionista, ha internazionalizzato il collegio
cardinalizio e ha canonizzato il maggior numero di donne, più di tutti i suoi
predecessori e successori. Pio XII, oggi è ricordato come "il papa dei silenzi",
per l'atteggiamento tenuto durante l'Olocausto. Questa biografia, basata su
documenti inediti dell'archivio della famiglia Pacelli e sulle testimonianze non
ancora pubbliche agli atti della causa di beatificazione, ricostruisce la
personalità complessa e articolata dell'uomo chiamato a vestire i panni di
Pietro in anni tragici per la storia dell'umanità.
Politica, storia e filosofia
Il volume raccoglie tre ampi saggi di Eric Voegelin pubblicati in diverse fasi
della sua ricerca filosofica e della sua carriera accademica americana e inediti
nella nostra lingua. I titoli sono: Il liberalismo e la sua storia, Genesi
intellettuale de Il principe di Machiavelli e Note su tempo e memoria in
sant’Agostino, tre temi apparentemente assai distanti ma ai quali è sottesa la
medesima prospettiva critica della modernità del grande filosofo della storia e
della politica tedesco-americano.
Prima dell'alba
È
un libro che per tanti, troppi anni in Italia non si è potuto leggere,
destinato a riaprire vecchie ferite ma soprattutto a gettare nuova luce su
quanto accadde a Roma dopo l’8 settembre del ’43 e sulla razzia del ghetto
che costò la vita a mille ebrei della capitale. Pubblicato nel 1954 a New York,
esce finalmente nel nostro Paese. La maggior parte del libro - che riproduce il
manoscritto originale in italiano ritrovato tra le carte di Zolli dal nipote
Enrico de Bernart - è dedicata al misterioso ed eccezionale percorso di questo
grande studioso dell’ebraismo, che attraverso la lettura delle Sacre Scritture
si rese lentamente conto che Gesù era il messia atteso dal popolo di Israele.
È certamente questa la parte più dirompente dell’autobiografia, che racconta
com’è nato e si è sviluppato il rapporto di questo religiosissimo ebreo con
la figura del Nazareno. Il 13 febbraio 1945 si fa battezzare assumendo il nome
di Eugenio, lo stesso di papa Pacelli.
Prima della notte
Nel IV secolo dopo Cristo la gloria
di Roma si sta spegnendo. I barbari premono ai confini dell'Impero mentre
imperatori e usurpatori si disputano gli avanzi di un potere smembrato. In
questo contesto precario e suggestivo, popolato da avventurieri, da santi
e da guerrieri si muove Flavio Stilicone, romano con sangue barbarico nelle
vene. Viene dall'oscurità, diverrà una figura vhiave dell'Impero, l'ultimo
vero difensore della civiltà romana. Accanto a lui in un panorama fittissimo,
grandi figure come Ambrogio, Teodosio, Alarico. E l'inquietante
personalizzazione del Demonio, che tenta il cristiano Stilicone promettendogli
l'Impero se si metterà ai suoi ordini.
Problema della popolazione
mondiale e le politiche demografiche. Aspetti etici. (Il)
Non occorre essere dei convinti
creazionisti né operare una lettura fondamentalista del testo biblico per
mettere in dubbio la teoria darwiniana sull'evoluzione della vita sulla terra.
Né bisogna essere atei e materialisti per riconoscere che tutte le specie
viventi - uomo compreso - sono soggette a evoluzione, ovvero a uno sviluppo
entro certi parametri. Eppure oggi nel dibattito tra evoluzionisti e
creazionisti le ragioni delle due parti in conflitto si perdono all'interno di
un confronto che troppo spesso assume i caratteri di una sterile disputa
ideologica viziata dall'assunzione di premesse ritenute indiscutibili e
inconciliabili. Per fare finalmente chiarezza sulla questione occorre
riesaminare le posizioni in gioco, a partire dalla teoria darwiniana, di cui
molti parlano come di una verità incrollabile quando al più può essere una delle
diverse ipotesi evoluzioniste. L'autore giunge infine a esplorare l'ipotesi del
"disegno intelligente", la sola, secondo Respinti, in grado di tenere
debitamente conto delle istanze della fede e delle ragioni della scienza.
Protestanti (I)
Tutti pensiamo di sapere chi sono i protestanti,
ma in realtà le nostre informazioni sono spesso piuttosto vaghe. E' possibile -
a fronte dell'esistenza nel mondo di oltre ventimila diverse denominazioni
protestanti - una definizione del protestantesimo? Quali rapporti, al di là
degli stereotipi, ha il protestantesimo con la modernità? Esiste un confine fra
le forme nuove - spesso lontane da quelle tradizionali - del protestantesimo e i
veri e propri nuovi movimenti religiosi? Chi può essere definito
"evangelico"? E chi "fondamentalista"? Quali differenze ci
sono fra un luterano, un riformato, un battista, un metodista, un pentecostale?
Quali denominazioni sono presenti e diffuse in Italia? Senza pretese
enciclopediche, Massimo Introvigne offre una guida per iniziare a rispondere a
queste domande, e una mappa per orientarsi all'interno di un quadro complesso
che sembra oggi piuttosto un mosaico.
"Quarta" guerra mondiale (La)
Sono passati già
diversi anni dall’11 settembre 2001, dagli attentati di New York e di
Washington. Da quel giorno, che bruciò le speranze di una lunga età di pace
presagite a inizio millennio, numerose altre città in Europa e nel mondo hanno
subito attacchi terroristici e località sconosciute – come Fallujah, Nassiriya,
Gardez o Helmand – sono diventate teatro di sanguinose battaglie. Toponimi che,
emersi a notorietà per qualche fatto di particolare ferocia, rapidamente
svaniscono dalle prime pagine degli organi di informazione sommersi da una
continua chiacchiera che oscura la percezione degli avvenimenti. Con richiamo a
diffuse correnti della storiografia anglosassone Alberto Leoni legge la lotta al
terrorismo internazionale come quarta guerra mondiale (la terza definisce il
semisecolare confronto a freddo tra Occidente e Urss, conclusosi con la caduta
del muro di Berlino e la fine del Patto di Varsavia), di cui l’autore spiega le
origini politico-ideologiche, delinea gli schieramenti in campo, fornisce la
mappa delle organizzazioni terroristiche e dei suoi capi, individua le aree
nevralgiche nei diversi continenti, descrive le operazioni militari illustrando
tattiche e strategie, denuncia alcuni errori di Bush e la presunzione dei suoi
consiglieri, come pure le ambiguità e la tiepidezza degli alleati europei. Ma lo
sguardo di Leoni è volto soprattutto ai protagonisti veri di questo conflitto
dalla incerta durata, alle persone che vivono nella carne la guerra combattendo
sui vari fronti o ne soffrono gli effetti devastanti. Molti loro nomi e molte
loro gesta sono ricordati in queste pagine – uomini e donne, cristiani e
islamici, laici e religiosi – per aiutarci a fronteggiare le sfide mortali alle
nostre libertà, reimparando l’etica del sacrificio disinvoltamente rimossa dalle
narcisistiche società occidentali.
Quello che gli uomini non
dicono. La crisi della virilità
Tra i tanti fenomeni emergenti di questi
ultimi anni c’è sicuramente la crisi dell’uomo, inteso come maschio. È debole,
stanco, demotivato, passivo, solo. E triste. Alcuni uomini sono depressi,
insicuri, ansiosi; sperimentano un senso di inadeguatezza sia in famiglia che
sul lavoro, che con gli altri uomini. Hanno una scarsa autostima e poca fiducia
in sé e nelle proprie capacità; si sentono timidi, paurosi, deboli. Le ricerche
dicono che aumenta l’impotenza maschile, l’ansia da prestazione sessuale,
l’infertilità maschile e rilevano persino una graduale riduzione del desiderio
sessuale e del livello di testosterone, l’ormone maschile. È una crisi di
virilità. Intesa come disponibilità a rischiare la vita per salvarla, per
salvare l’onore (cioè la dignità umana), per la fedeltà ai propri valori; intesa
come assertività, coraggio, fortezza. La crisi della virilità è per l’uomo una
crisi d’identità: egli non sa più chi è, come è, come dovrebbe essere e come lo
vogliono gli altri. Ci prova, ad accontentare tutti, ma non funziona: sembra che
nessuno sia contento di lui. E questo lo fa soffrire. È una crisi inedita nella
storia dell’umanità. Non è mai accaduto che così tante persone restassero senza
risposta davanti agli interrogativi: «Chi sono? Qual è il mio ruolo? Qual è il
mio posto nel mondo?».
Nel 1973 Claude Vorilhon, un
giornalista sportivo e corridore automobilistico francese, afferma di avere
incontrato un extraterrestre sulle montagne nei pressi di Clermont-Ferrand.
L'extraterrestre, assicura, lo ha condotto su un UFO, dove gli è stato rivelato
che gli uomini sono stati creati in laboratorio da scienziati extraterrestri, e
gli è stato conferito il nome di Raël. Nel 1974 Raël fonda il movimento
MADECH, e nel 1976 il Movimento Raeliano, oggi chiamato Religione Raeliana.
Singolare religione atea, dove Dio è sostituito dagli extraterrestri, La
Religione Raeliana dichiara cinquantamila membri nel mondo ed è presente da
anni anche in Italia. Susan J. Palmer, che studia il movimento da molti anni e
ne ha intervistato ripetutamente sia le figure chiave (Raël compreso) sia gli
oppositori, ne ricostruisce qui la storia, le dottrine e le controversie, che
ruotano soprattutto attorno alla predicazione e alla pratica raeliana in tema di
libertà sessuale e alla ben nota polemica anticlericale e anticattolica.
Regina diffamata (La)
Nel 1991, la Congregazione per le
cause dei santi, organismo vaticano incaricato dell’istruzione dei processi di
canonizzazione, si vede praticamente costretta a sospendere quello relativo ad
Isabella, regina di Castiglia e poi di Spagna, morta nel 1504, che, ancora
vivente, il Papa aveva insignito, insieme al marito, Alfonso di Aragona, del
titolo di ‘cattolica’ per i grandi meriti in favore della fede. La
sospensione della causa di beatificazione non nasceva dalla valutazione del
materiale che si stava acquisendo ma dalla violenta campagna di denigrazione in
corso contro la regina, pur defunta oramai da quasi 5 secoli. La decisione
vaticana era anche diretta a non acuire le tensioni nell’imminenza del 500°
anniversario della scoperta dell’America che la Chiesa si apprestava a
ricordare come punto di partenza della cristianizzazione del nuovo continente
che ad essa seguì.
Il prudente atteggiamento vaticano spiacque però, tra gli altri, a Jean Dumont
che da anni si era infatti venuto dedicando ad una seria opera di difesa della
storia della Chiesa dalle accuse accumulate contro di essa da una secolare
propaganda protestante poi illuminista ed, infine, liberale e marxista. Nel
corso della sua attività di storico, esaminando gli archivi, egli si era
accorto, per esempio, che i pregiudizi anti-spagnoli ed anti-cattolici diffusisi
nei secoli in Europa ed arrivati fino nei libri di scuola, derivavano tutti, più
o meno direttamente, da abili costruzioni propagandistiche orchestrate fin dal
‘600/’700 nelle stamperie e librerie di Amsterdam, di Londra ecc. (terre
protestanti). E’ da lì, infatti, che provengono, ad esempio, le
raffigurazioni miranti a mostrare presunte efferatezze delle torture
dell’Inquisizione, pamphlets anti-gesuitici ecc. Tutto ciò costituiva niente
altro che il versante culturale del grande attacco plurisecolare sferrato dai
paesi protestanti contro quel che restava della Cristianità medievale. Esso si
è in effetti protratto fino ai giorni nostri in quella sorta di complesso di
inferiorità dei popoli cattolici dell’Europa mediterranea (Italia, Spagna e
Portogallo) bollati come retrogradi, bigotti ed individualisti nei confronti
dell’Europa del nord (protestante) proposta invece quale autentico faro di
civiltà alle cui conquiste occorre inevitabilmente adeguarsi. Forte di decenni
spesi a confutare la leggenda nera costituita intorno alla Chiesa cattolica,
Jean Dumont si sentì dunque in dovere di prendere le difese della Regina
Isabella di Castiglia esponente di spicco di quella Monarchia spagnola che,
della Chiesa, era stata per secoli il bastione politico e che forse proprio per
questo motivo era stata tanto bistrattata dagli storici.
Nasce da qui il libro su Isabella La Cattolica che, uscito in Francia nel 1992,
appare oggi in Italia con un’introduzione di Vittorio Messori. Circa il
contenuto, basti aggiungere che Dumont, con estremo equilibrio, non scende
all’eccesso opposto dei detrattori della regina Isabella. Infatti, egli ne
illustra la vita e l’attività ponendo la massima cura nel collocarne anche i
punti più discussi, all’interno del contesto in cui Isabella operò. Emerge
allora l’autentica grandezza di questa donna che, finalmente ripreso il
processo di canonizzazione, attende di prendere il posto che le spetta tra le
sante regine e principesse sante che vissero nell’Europa cristiana medievale.
Lo storico britannico Christopher Dawson è
conosciuto anche in Italia come un grande storico della cultura e, in
particolare, della formazione della Cristianità occidentale. Assertore
dell’inevitabile “morte” delle civiltà quando si esauriscono i princìpi che le
animano, anzitutto quelli religiosi, a partire dagli anni ’30 dedica una parte
rilevante della sua opera alle crisi culturali che in epoca moderna e
contemporanea hanno minato l’edificio della civiltà occidentale e alle loro
ricadute socio-politiche. Ne La religione e lo Stato moderno, del 1935,
esamina il comunismo sovietico, il fascismo e il nazionalsocialismo, ai quali
associa IL New Deal statunitense e il laburismo britannico, insieme come esito e
come reazione alla disgregazione provocata nella società occidentale dalla
filosofia liberale. Il fenomeno totalitario si produce quando le ideologie
rivoluzionarie, figlie di un’errata teologia della storia, per quanto non
riconosciuta come tale, s’incarnano in sistemi di potere con un’efficacia
tecnica senza precedenti. Su questa base Dawson mette in guardia dalle possibili
derive totalitarie delle società democratiche occidentali conseguenti alla
secolarizzazione, ovvero alla eliminazione della prospettiva religiosa dalla
vita pubblica, promossa dalla Stato moderno, che quasi ineluttabilmente evolve
nel senso di un maggior controllo sociale ancor più che di una crescente
pianificazione economica. Liberalismo e comunismo marxista vengono da Dawson
discussi alla luce della dottrina sociale della Chiesa Cattolica, non prima di
averne confrontato la visione della storia con quella del cristianesimo, di cui
ricostruisce l’origine, dai libri profetici ebraici all’Apocalisse di san
Giovanni e a sant’Agostino.
Religioni in Italia (Le)
Quanti sono
i sacerdoti cattolici, i vescovi, le suore in Italia? Quali associazioni
aspirano a rappresentare i musulmani italiani? A quali indirizzi trovare le
aggregazioni nazionali di Chiese e le singole Chiese pentecostali? Quali siti
Internet, caselle di posta elettronica, numeri di telefono corrispondono alle
diverse organizzazioni buddhiste, induiste, sikh in Italia? Ma anche: quanti
sono veramente i satanisti italiani? Quali gruppi praticano l’occultismo, lo
spiritismo, la magia cerimoniale? Dove incontrare movimenti che mettono insieme
i dischi volanti e il marxismo? Che cos’è l’Associazione per lo Sbattezzo? Quali
antipapi in Italia pensano di essere il “vero” Papa cattolico? Chi sono, dove
hanno sede, da dove originano la Chiesa del Vangelo Quadrangolare, il Santo
Ordine dei Cherubini e Serafini, la confraternita sufi dei Layennes, la Comunità
Odinista, la Fratellanza Solare degli Intic Churincuna, la Chiesa Universale e
Trionfante? A quale Chiesa fanno capo le Sorelle D.O.R.C.A.S. (Devote,
Onorevoli, Rigenerate, Consacrate, Amorevoli, Santificate)? Frutto della
quotidiana opera di monitoraggio del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove
Religioni), che dal 1988 lavora alla costruzione di una mappa delle religioni in
Italia, Le religioni in Italia presenta ampie introduzioni storiche, dati
statistici finalmente attendibili, indirizzi, numeri di telefono, collegamenti
Internet e analisi dottrinali di oltre seicento realtà religiose e spirituali
presenti in Italia (su molte delle quali, poco note o discrete, getta una luce
nuova), divise in quaranta categorie. Dopo la pubblicazione di quest’opera,
nulla in tema di percezione del pluralismo religioso in Italia potrà più essere
come prima.
Resistenza cancellata (La)
La
storia della Resistenza italiana (1943-45) liberata dalle distorsioni
dell'ideologia e consegnata al reale svolgimento dei fatti: è il tratto
distintivo di queste pagine che ricostruiscono avvenimenti decisivi del nostro
Novecento, tali da essere ancora oggi a fondamento dell'ordinamento
politico-istituzionale della nazione. Sul filo di una narrazione
"revisionista" che attinge anche agli archivi moscoviti e alle memorie
di alti dirigenti del comunismo internazionale, Finetti delinea un quadro
dell'antifascismo e del fenomeno resistenziale ben diverso da quello fornito
dalla storiografia militante del vecchio PCI e degli istituti culturali ad esso
collegati, sottolineando la natura autenticamente popolare del movimento di
liberazione nazionale e denunciando con raro puntiglio le falsità, i silenzi e
le omissioni della vulgata comunista della Resistenza, tuttora dominante
nei mass media e nella stessa manualistica scolastica, di cui l'autore presenta
una impressionante esemplificazione.
Riflessioni sulla Rivoluzione in
Francia
Di fronte ai primi
orrori della Rivoluzione di Francia, in realtà per nulla "francese", Edmund
Burke elabora una lucida e argomentata difesa delle libertà concrete e storiche
opposte agli schemi ideologici che la nouvelle ideologie stava tentando
di imporre alla società e al corso della storia. Rigettando l'astrattismo dei
rivoluzionari, il pensatore anglo-irlandese ripropone il valore e l'efficacia
della tradizione rappresentativa e costituzionale britannica, unico solido
antidoto agli spettri dello statalismo, del dispotismo e del totalitarismo. In
quest'opera, spesso definita "profetica", in cui per la prima volta la
Rivoluzione viene letta come fenomeno unitario avente una sua specifica natura
"politica", Burke rilegge l'intero corso degli eventi europei e britannici ed
evidenzia il contrasto tra il primato del diritto e della centralità della
persona umana e gli assolutismi di tutti i generi. Un grande difensore della
libertà autentica mostra come le Costituzioni politiche non possano essere
aprioristicamente elaborate da un manipolo di ideologi, ma crescano nel corso
della storia a partire da una sorta di "Costituzione non scritta" che esprime
l'autentico ethos dei popoli. Rigettando sia il freddo illuminismo che il
"caldo" romanticismo sentimentale diffusi nella sua epoca e negli anni appena
successivi alla sua scomparsa, Burke è diventato il punto di riferimento
imprescindibile della tradizione conservatrice e del "liberalismo classico"
anglosassone.
Rivoluzione e Contro-Rivoluzione
Rivoluzione
e Contro-Rivoluzione è la magistrale esposizione in forma di tesi del
pensiero cattolico contro-rivoluzionario nell'età della Rivoluzione culturale.
L'opera svolge una profonda e radicale analisi del processo rivoluzionario
iniziato nel secolo XIV e che è sfociato nella Rivoluzione comunista, ai
margini della quale l'autore, Plinio Corrêa de Oliveira, crede di poter
intravedere una nuova Rivoluzione (la quarta, dopo protestantesimo, liberalismo
e comunismo), di cui paiono sintomi di rilievo, tra altri, il «pensiero
selvaggio» strutturalista, il globale sfaldamento esistenziale del movimento hippie
e il carismatismo pentecostale, anche «cattolico». Al panorama e alla
descrizione tecnica del processo rivoluzionario si accompagna l'esposizione
feconda di quello contr-rivoluzionario, capace di fermarlo. Profondità di
pensiero, semplicità di esposizione ed efficacia di metodi fanno di Rivoluzione
e Contro-Rivoluzione un indispensabile catechismo e manuale per quanti
intendono seriamente opporsi alla distruzione di ciò che resta della civiltà
cristiana e votarsi alla difesa della santa Chiesa.
Sacro Romano Impero (Il)
Nella sua storia millenaria il Sacro Romano Impero ha costituito
per l’uomo occidentale un richiamo ineludibile; la sopravvivenza di tale
istituzione politica nell’Europa degli Stati nazionali, seppure in forma
residuale e apparentemente anacronistica, testimonia quanto sia stata radicata
la speranza in un mondo pacificato e unito nella diversità, propenso a tentare
la difficile composizione fra la sua sfera temporale e quella spirituale.
Saggio su
cattolicesimo, il liberalismo e il socialismo
Il libro, scritto due anni dopo la
rivoluzione del 1848, è uno dei maggiori classici del pensiero tradizionale e
controrivoluzionario e contiene una critica profetica della “civiltà moderna”
come trionfo dell’anonimo. Juan Donoso Cortés vede le cause di questa crisi nel
rifiuto dei princìpi tradizionali in nome di una presunta indipendenza della
ragione, e nella sostituzione di questi con i miti della “perfettibilità”, del
“progresso” e della Rivoluzione. Donoso Cortés può essere considerato l’ultimo
grande esponente ottocentesco del pensiero controrivoluzionario e, a distanza di
un secolo e mezzo, la sua critica delle ideologie di derivazione deista e
razionalista, dal liberalismo al socialismo, e la sua riaffermazione delle
verità tradizionali, non ha perduto vigore né attualità.
Sai Baba e il suo movimento
Satya Sai Baba, nato nel 1926 a Puttaparthi, nell’India del
Sud, dove tuttora risiede, è forse il più noto guru indiano – con
pretese di avatar, cioè di incarnazione divina – in Occidente, e in
particolare in Italia, il paese al di fuori dell’India dove conta il maggior
numero dei seguaci. Il «miracolismo» di Sai Baba – che materializza cenere
profumata, fa apparire per i devoti monete con l’anno di conio che
corrisponde alla loro nascita, e in un paio di occasione avrebbe perfino
resuscitato dei morti – attira evidentemente l’attenzione, e altrettanto
comprensibilmente suscita polemiche. Non meno controversa, soprattutto per la
Chiesa cattolica (che la rifiuta), è la dottrina della «doppia appartenenza»
per cui sarebbe possibile diventare seguace di Sai Baba senza lasciare la
Chiesa d’origine. Al di là dei clamori e delle controversie, Maria Letizia
Viarengo ricostruisce in modo pacato la straordinaria storia di Sai Baba,
concludendo che l’attenzione deve forse ora spostarsi dal maestro al gruppo
che lo circonda, e che il successo del guru indiano ci dice anche
qualcosa sui bisogni religiosi insoddisfatti dell’Occidente contemporaneo.
San Giovanni Paolo II:
un'introduzione al suo Magistero
Il libro di
Marco Invernizzi su san Giovanni Paolo II è nato soprattutto ai microfoni di
Radio Maria , da cui settimanalmente, dal 1989 alla morte di Papa Wojtyla nel
2005, egli ha intrattenuto gli ascoltatori presentando loro le encicliche, le
esortazioni apostoliche e i principali discorsi del Papa venuto dall’Est. E’ un
articolato invito alla lettura del Magistero del Pontefice, diviso in capitoli
che tengono conto sia della cronologia sia degli argomenti dell’immenso
insegnamento pontificio: ventisette anni di pontificato sono molti e Giovanni
Paolo II li ha onorati fino all’ultimo, con una capacità di lavoro straordinaria
e quantitativamente impressionante. Il libro si propone come sussidio per coloro
che vogliono accostarsi al suo Magistero. Di san Giovanni Paolo II, infatti, si
conoscono tanti significativi episodi del lungo pontificato – dall’attentato di
Piazza San Pietro alla visita in Sinagoga, dalla sua capacità di relazionarsi
con la gente, soprattutto con i giovani, alla sua lunga e visibile sofferenza
durante gli ultimi anni – ma rischia di essere dimenticato o neppure conosciuto
il suo ricco e profondo insegnamento. “Attraverso Radio Maria, Marco ha potuto
presentare sistematicamente i passi dello straordinario pontificato di Giovanni
Paolo II, commentandone gli insegnamenti nel dialogo con gli ascoltatori,
cogliendo la portata storica – per il mondo e per la Chiesa – di una presenza
eccezionale e collocandola nel misterioso disegno di Dio, che cammina con noi
fino alla fine del mondo” (dalla Prefazione di Padre Livio).
Satanismo (Il)
Se ne parla molto, ma non sempre con cognizione
di causa. Il satanismo, in Italia e altrove, è agli onori delle cronache, ma
spesso le informazioni che se ne hanno sono vaghe, imprecise, esagerate. Quanti
sono i satanisti? A quale tradizione storica appartengono? Che cosa vogliono?
Che cosa fanno? In quali paesi, e in quali città italiane, sono veramente più
diffusi? Quali gruppi sono pericolosi? Massimo Introvigne, ritenuto non soltanto
in Italia il maggiore esperto della storia e della sociologia del satanismo,
risponde in modo pacato e preciso, distinguendo dapprima il satanismo da
fenomeni diversi, quindi presentando la storia del satanismo e una mappa
geografica e statistica delle organizzazioni sataniste più diffuse,
particolarmente in Italia. Ne emerge un quadro che non è romantico, ma
squallido, e che così dovrebbe essere presentato per evitare che il satanismo
possa attirare i giovani con una sorta di fascino morboso. I satanisti, in realtà,
non sono potenti principi delle tenebre: sono piuttosto poveri diavoli, persone
sconfitte dalla vita che proprio a causa della loro rabbia e del loro
risentimento possono talora rivelarsi pericolose.
Scritti di dottrina sociale
1965-2005
Giovanni Cantoni è stato uno dei più
brillanti esegeti del magistero e del pensiero sociale cattolici. Il disegno di
società che i pontefici hanno elaborato e proposto ai cattolici per rispondere
alla prima grande e radicale negazione dell’ordine cristiano, segnata dalla data
emblematica del 1789, è stato sempre orientato alla ricostruzione di una
“società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio”, come dirà san Giovanni
Paolo II. Per decenni Cantoni ha studiato e seguito con passione gli interventi
sempre più articolati del Magistero, assimilandoli, commentandoli con acume e
trasformandoli in una tessera di quel grande mosaico dottrinale, base
ineludibile per qualunque forma di azione cattolica, che insegna a riconoscere
la regalità del Signore Gesù Cristo anche sulla società temporale e sulla vita
delle comunità umane. I suoi saggi ed i suoi commenti sono contenuti
principalmente nelle annate di “Cristianità”, la rivista di cultura religiosa e
civica da lui ideata e promossa nel 1973. Le occasioni di trasmissione delle sue
idee sono state però, più spesso, gli interventi in occasione di ritiri di
Alleanza Cattolica, di riunioni dei suoi organi dirigenti, di relazioni e di
conferenze su una gamma straordinariamente varia di argomenti, tenute a convegni
e a ritrovi pubblici. L’ampia selezione di testi contenuti nel volume è intesa
in primo luogo a ricordare il geniale e diuturno sforzo intellettuale e
spirituale compiuto. Essa non vuole tuttavia solo onorare la memoria di un uomo
insigne, ma anche fornire un sussidio di qualità a chiunque intenda accostarsi
in prospettiva cattolica a un sociale che lo sviluppo impetuoso e del mondo
moderno rende sempre più complessa e di difficile decifrazione. Infine vuole
fornire un altro efficace strumento all’”armeria” da cui attinge la “battaglia
delle idee” che combatte Alleanza Cattolica e a chiunque voglia unirsi ad essa
per ridare un’architettura razionale e morale “a misura d’uomo e secondo il
piano di Dio”, non solo in tesi ma anche sperimentata, al mondo del futuro.
Segreto dell'Europa (Il)
C’è una crisi
dell’Europa? Sì, risponde Papa Benedetto XVI, eppure molti politici e
intellettuali europei lo negano e cercano di persuaderci del fatto che viviamo,
nonostante tutto, nella migliore Europa possibile. Sono i custodi di una cultura
dominante che nega le radici cristiane, la nozione di Occidente e la stessa
esistenza di valori universali e di leggi naturali che la ragione può conoscere,
sostituiti dal relativismo e da un laicismo sempre più aggressivo e
anticristiano. Il ritorno - prima ancora che alla fede - alla ragione che da
Atene a Roma fino alle vittorie cristiane sull’islam di Lepanto e di Vienna ha
creato l’Europa è il programma che Benedetto XVI ha proposto agli stanchi
europei di oggi nello storico discorso di Ratisbona e in tanti interventi
successivi. Alla scuola del Pontefice, Massimo Introvigne propone un viaggio in
otto tappe - riesaminando alla luce del magistero la crisi demografica e morale,
i rapporti con il mondo islamico, lo stato di salute odierno della religione, le
paure e le viltà di una certa politica europea ormai incapace di reagire alle
aggressioni esterne - per riscoprire le radici cristiane dell’Europa anzitutto
all’interno di noi stessi, quindi nella cultura, nella politica,
nell’educazione. Una panoramica su questioni controverse - dal Vangelo di
Giuda alla Cina insieme capitalista e comunista, dalle teorie del complotto
sull’11 settembre alla repressione in Birmania - conferma che l’Occidente è
sotto attacco da ogni parte, ma resistere è possibile. Perché, come insegna lo
stesso Benedetto XVI «accendere un fiammifero vale più che maledire l’oscurità».
Fondata nel 1875 a New York dopo l’incontro
della misteriosa Madame Helena Blavatsky con il colonnello Henry Steel Olcott,
la Società Teosofica non ha mai contato più di qualche decina di migliaia di
membri. Eppure, ha avuto un’influenza decisiva sulla nascita e lo sviluppo di
tutta la nuova religiosità contemporanea, dalla moda delle religioni orientali
fino al ritorno di un interesse per la magia e l’esoterismo e al New Age.
Personalità importanti della letteratura, della politica, dell’arte ne hanno
fatto parte. Il suo maggiore studioso accademico, James Santucci, offre qui
informazioni inedite sulle sue origini e sul suo periodo formativo e ne illustra
l’espansione mondiale, la dottrina, i problemi, gli scismi, l’influenza.
Sono così passate in rassegna dottrine e temi che oggi affascinano molti
occidentali e che la Società Teosofica ha dato un contributo decisivo a
diffondere, fra cui il primato spirituale dell’Oriente, la reincarnazione,
l’esistenza di Maestri misteriosi che guidano da luoghi segreti il destino del
mondo.
Soka Gakkai (La)
Con oltre quindici milioni di membri nel mondo -
e circa ventiduemila in Italia - la Soka Gakkai è il più grande movimento
religioso buddhista contemporaneo. Le sue radici affondano negli insegnamenti di
un monaco giapponese del XIII secolo, Nichiren Daishonin (1222-1282). Ma oggi la
Soka Gakkai - che dal 1990 è separata dai monaci della Nichiren Shoshu,
l'organizzazione a cui era in precedenza affiliata - si presenta come un
movimento che guarda al Duemila e che ritiene di poter conciliare il buddhismo
con la modernità e la scienza. In Italia, dove è capillarmente diffusa, la
Soka Gakkai rimane poco conosciuta. Molti ne sentono parlare soltanto con
riferimento al suo membro più noto, il calciatore Roberto Baggio. Karel
Dobbelaere, uno dei più noti sociologi della religione contemporanei, studia la
Soka Gakkai da oltre vent'anni. In quest'opera ne ricostruisce con pazienza la
storia, la dottrina, l'organizzazione, il successo in Europa e quello, tutto
particolare, che la Soka Gakkai ha avuto in Italia, alla luce anche di
avvenimenti recenti che rendono inevitabilmente "datati" molti studi
degli anni passati.
Sommi postulati di un sano e
retto ordinamento democratico (I)
Protagonista
di questo romanzo è san Paolo: l’ebreo Saulo, il persecutore di cristiani,
colui il quale folgorato sulla via di Damasco, convertitosi alla fede e divenuto
l’apostolo dei pagani, spenderà interamente e integralmente la propria vita
per Cristo, trascinando il suo corpo infermo nelle città del mondo con un unico
desiderio nel cuore, far conoscere alle genti l’uomo Gesù di Nazareth.
Il romanzo, scritto in uno dei periodi più drammatici nella storia della Chiesa
polacca (1957), narra la storia appassionante e commovente di san Paolo, del suo
viaggio dall'Asia Minore fino a Gerusalemme e poi fino alla Roma di Nerone. Non
si tratta di una semplice descrizione degli episodi evangelici, ma l’autore
parlandoci di Paolo e dei primi cristiani e del loro cammino di fede sino alla
santità, affronta in realtà il dramma fondamentale di ogni uomo, del cuore
ferito di ogni uomo, di questo desiderio di felicità indomito e strutturale,
che solo l’incontro con Gesù di Nazareth può sanare, può colmare. Il san
Paolo di Dobraczynski non si presenta dunque come intellettuale sottile, né
come predicatore trascinante: è un uomo già anziano, malato, che deve fare
affidamento alla memoria per ricostruire gli episodi centrali della sua
esistenza - dalla lapidazione di Stefano, alla folgorazione sulla via di
Damasco, all’incontro con Sergio Paolo e con la figlia Sergia Paola, dalle
incomprensioni con Pietro il pescatore, capo della nascente Chiesa, alle ostilità
degli ebrei nei suoi confronti - e che ha smesso da tempo di credere nel potere
delle armi. Così, nell'ultima pagina del romanzo, la spada che in precedenza ha
simboleggiato il conflitto tra l'Impero e la nascente comunità cristiana si
trasforma nella Croce destinata a regnare sulla seconda Roma, la città santa
che, nella poetica ricostruzione di Dobraczynski, inizia a sorgere la notte
stessa in cui Nerone mette a fuoco la sua capitale. Fanno da sfondo al romanzo
molti dei protagonisti storici dell’epoca: dal padrone del mondo di allora
Nerone, ai suoi collaboratori, dal perfido Tigellino al saggio Seneca; dai primi
apostoli, memorabili gli incontri ed i dialoghi tra San Paolo e San Pietro, e
tra San Paolo e San Giacomo, agli evangelisti Luca e Marco, sino alle prime
comunità cristiane, tra le quali spiccano per coraggio e per fede i primi
martiri della nascente comunità romana. Questo libro dunque oltre a voler
essere il ritratto di un uomo che per tutta la vita aveva conquistato le anime
in nome della Verità, un uomo che divideva chiunque lo incontrasse suscitando o
un tale amore o un tale odio e che morendo scrive con amarezza: soltanto Luca mi
è vicino! (ricordandoci così che la vera pienezza e felicità risiedono solo
in Paradiso, di cui questo mondo ne è anticipo); vuole descrivere la Chiesa
degli inizi con i suoi slanci ma anche con i suoi limiti e difficoltà
esortandoci nella dedizione all’opera di Cristo perché ora come allora la
Chiesa non è solo opera di vasi eletti ma anche di gente debole e paurosa. Ma
innanzitutto essa è opera di Dio.
Spiritismo (Lo)
Gli spiriti e lo spiritismo si aggirano ancora
per il nostro mondo. Un fenomeno che sembrava tipicamente ottocentesco si
ripresenta in forme nuove, magari come "channeling" del New Age - e
talora nelle stesse forme antiche - attirando, sorprendentemente, soprattutto i
giovani. Da dove viene lo spiritismo? Dove va? Perché affascina molte persone,
attira l'attenzione dei media, preoccupa le Chiese? Michael W. Homer
ricostruisce in questo libro con cura e precisione le origini ottocentesche
dello spiritismo contemporaneo, i suoi intrecci con la letteratura, l'arte, la
politica, i suoi incontri e scontri con le religioni. Ne emerge un mondo di
intellettuali che, dopo avere rifiutato le Chiese, si affidano agli spiriti
credendo di trovare nello spiritismo una religione "razionale" e
"scientifica", come nel caso esemplare di Arthur Conan Doyle - di cui
l'autore è uno dei più noti specialisti -, insieme creatore letterario del
razionalista Sherlock Holmes e apostolo infaticabile dello spiritismo. Il fatto
che lo spiritismo ritorni oggi prepotentemente alla ribalta mostra tutte le
ambiguità di un mondo dove coesistono, tra moderno e postmoderno, scetticismo
razionalista nei confronti delle religioni e aperture verso l'occulto e il
meraviglioso.
Sufismo (Il)
Nell’attuale ambiguo ma intenso risveglio di interesse per
l’islam, si moltiplicano anche i testi sulla sua dimensione mistica, il
sufismo. In maggioranza, almeno in Italia, questi testi fanno però
riferimento alle vicende di convertiti occidentali. Privilegiano quindi
esperienze spirituali individuali (o di piccoli gruppi) rispetto al dato
sociale di confraternite che nei paesi a maggioranza musulmana – dal Marocco
al Senegal, dalla Turchia all’Indonesia – contano decine di milioni di
aderenti. Anche il potere politico – come ha imparato a suo tempo l’Unione
Sovietica in Asia Centrale – deve fare i conti con la presenza di
confraternite capaci di innervare intere società. Lo stesso islam degli
immigrati in Italia è caratterizzato dalla significativa presenza delle
confraternite sufi, che pure operano con discrezione e di cui poco si parla.
Mark Sedgwick, uno dei più noti specialisti internazionali del sufismo, ci
guida qui alla scoperta delle dimensioni spirituali, culturali e sociali del
fenomeno sufi, aprendo una finestra su una realtà in gran parte ancora
sconosciuta ma che chiunque, a vario titolo, si interessi all’islam non può
certo ignorare o sottovalutare.
Sûkyô Mahikari
Le nuove religioni del Giappone, che crescono a un
ritmo impressionante, sono secondo molti osservatori le nuove religioni del
ventunesimo secolo. Fra le nuove religioni giapponesi di origine non buddhista
la più diffusa in Europa è Sûkyô Mahikari (che, dal canto suo, preferisce
definirsi una "organizzazione sovra-religiosa"), da molti anni
presente e radicata anche in Italia. Fondata nel 1959 da Kôtama Okada
(1901-1974), Sûkyô Mahikari è cresciuta sino a superare oggi i
settecentomila fedeli. Occasionalmente coinvolta nelle polemiche contro le
"sette", Sûkyô Mahikari rimane un’organizzazione che ama vivere
ed espandersi in modo discreto, senza manifestazioni di proselitismo pubblico
o aggressivo. Le sue caratteristiche e la sua dottrina rimangono così poco
conosciute, spesso travisate. Eppure, dopo l’incontro con Sûkyô Mahikari,
decine di migliaia di occidentali levano la mano per trasmettere la Vera Luce
di Dio, recitano preghiere in giapponese, ritengono di poter risolvere i
numerosi problemi causati dall’azione perturbatrice degli spiriti e si
accostano a insegnamenti esoterici sulle origini e sul destino del mondo.
Massimo Introvigne -- che ha osservato per oltre dieci anni Sûkyô Mahikari
in diversi continenti (Europa, Giappone, America del Nord e del Sud),
realizzando decine di interviste a membri, ex-membri e osservatori esterni --
consacra qui a Sûkyô Mahikari la prima monografia in lingua italiana.
Swedenborg e le chiese
swedenborgiane
Emanuel Swedenborg (1688-1772), figlio di un vescovo luterano
e membro del parlamento svedese, è ricordato come uno dei più illustri
scienziati del Settecento. Fa parte però a buon diritto anche della storia
delle religioni, per i voluminosi e influenti scritti di carattere teologico
che inizia a redigere nel 1747 e che propongono una radicale
reinterpretazione delle Sacre Scritture cristiane. Da scienziato, Swedenborg
diventa profeta e veggente, annunciando un nuovo cristianesimo e una «Nuova
Chiesa». Durante la sua vita il profeta svedese non fonda alcuna
organizzazione religiosa; ma il «carisma del libro» che si esprime nei
suoi scritti porta i lettori, dopo la sua morte, a istituire diverse nuove
comunità che contano oggi nel mondo circa cinquantamila seguaci.
Considerato di volta in volta – a torto o a ragione – un precursore
della filosofia americana dell’Ottocento detta «trascendentalista»,
dello spiritismo, della psicoanalisi e del New Age, Swedenborg è una figura
chiave e un passaggio obbligato per chiunque intenda accostarsi alla nuova
religiosità contemporanea. Jane Williams-Hogan, che ha consacrato allo
studio di Swedenborg e delle Chiese swedenborgiane tutta la sua vita di
studiosa, presenta qui una sintesi di un’esperienza, di un ambiente e di
un pensiero tanto importanti quanto ancora poco conosciuti.
Le nuove religioni del Giappone, che crescono a un
ritmo impressionante, sono secondo molti osservatori le nuove religioni del
ventunesimo secolo.
Tascabile dell'apologetica cristiana (Il)
L’«apologetica
cristiana» è la «difesa delle buone ragioni della fede». Essa si muove nel
rispetto della rivelazione di Dio sul senso della vita umana e del grande
disegno della creazione, riconoscendo il primato della fede a seguito di un
percorso logico e raziocinante fondato nei lumi dell’intelletto. L’esigenza di
un’apologetica oggi si alimenta nella necessità di una risposta trascendente
alle istanze meramente orizzontali del razionalismo ateo, figlio diretto
dell’Illuminismo, con e dopo il quale – come bene spiega il teologo Piero
Cantoni nel suo invito alla lettura – si è voluto dapprima emancipare la ragione
dalla fede per poi ergerla a sua implacabile accusatrice.
Questo libro,
scritto da due auotri cattolici di origine statunitense, organizza una valida
difesa secondo il metodo indicato. In stile asciutto e con linguaggio chiaro,
procedendo per domande, obiezioni e risposte sempre sintetiche, si affrontano
gli argomenti fondamentali della rivelazione quali l’esistenza e la natura di
Dio; il perché e il come della creazione e dell’evoluzione; il problema del Male
e della vita dopo la morte; la storicità di Gesù e della Bibbia, in un contesto
che affronta la questione della divinità e della risurrezione di Cristo, che è
la radice stessa della fede.
Tempio solare (Il)
La morte spettacolare in due suicidi-omicidi del
1994 e 1995 di alcune decine di adepti dell'Ordine del Tempio Solare non ha
ancora cessato di fare versare fiumi d'inchiostro, e l'intera vicenda rimane di
attualità, come dimostrano i nuovi, tragici eventi del marzo 1997 in Canada. Si
è parlato talora di legami con i servizi segreti, di un personaggio misterioso
che avrebbe orchestrato la tragedia nell'ombra... Unico ricercatore ad essersi
interessato all'Ordine del Tempio Solare di Jo Di Mambro e Luc Jouret prima dei
tragici avvenimenti dell'ottobre 1994 e dicembre 1995, Jean-François Mayer ha
partecipato inoltre alle inchieste giudiziarie sugli avvenimenti, e fornisce in
questo agile volume una ricostruzione della storia e delle dottrine del gruppo.
Con l'ausilio di documenti interni, qui pubblicati per la prima volta, l'autore
spiega come sia stato possibile che un movimento convinto di compiere una
missione d'importanza cosmica abbia freddamente pianificato il
"transito" verso la morte per lunghi mesi, e mostra inoltre come
alcune persone abbiano deliberatamente voluto questa macabra apoteosi per
lasciare dietro di sé un mito. Spiegare questo mito e le "idee che
uccidono" potrà aiutare ad evitare ulteriori drammi.
Tempo perduto, l'eternità ritrovata (Il)
In
questo volume sono stati raccolti gli aforismi che compongono tre delle opere
più significative del filosofo cattolico francese Gustave Thibon: L’échelle
de Jacob (1942), L’ignorance étoilée (1974)
e Le voile et le masque (1985). Mediante
l’aforisma – che è senza dubbio la forma letteraria che predilige – Thibon
cattura il lettore con le sue folgoranti intuizioni e con le sue infiammate
provocazioni; ne sprona così l’intelligenza a elaborare una risposta personale.
La brevità e la pregnanza di significato tipiche degli aforismi di Thibon non
impediscono, certo, di individuare un filo conduttore nel suo pensiero che,
seppur procedendo a tratti per sorprendenti paradossi, risulta semplice, chiaro,
logico e fortemente ancorato alla realtà. Con Thibon la filosofia ritrova il
contatto con la concretezza della terra e la bellezza della natura, che
risplendono vive nel commosso lirismo di tante immagini e similitudini poetiche.
Con Thibon l’esperienza del reale diviene “filosofia del buon senso”. Egli parte
dall’osservazione disincantata dello smarrimento e dello sradicamento spirituale
dell’uomo contemporaneo, dalla constatazione dell’infelicità di un’umanità
tracotante che si è allontanata da Dio, sorgente e senso ultimo della vita.
Thibon smaschera e frantuma così l’umana ipocrisia, il raffinato inganno degli
idoli del nostro tempo e tutti quei falsi miti del progresso che portano alla
divisione di colui che è chiamato ad essere sin dal principio l’individuo, colui
che è indivisibile. Ma la riflessione di Thibon non mira solo alla denudazione
dell’uomo. Essa si fa, in ultima analisi, autentico messaggio di speranza: «L’unica
nobiltà dell’uomo, la sola via di salvezza consiste nel riscatto del tempo per
mezzo della bellezza, della preghiera e dell’amore. Al di fuori di questo, i
nostri desideri, le nostre passioni, i nostri atti non sono che “vanità e
soffiar di vento”, risacca del tempo che il tempo divora. Tutto ciò che non
appartiene all’eternità ritrovata appartiene al tempo perduto».
Teoria e pratiche della
comunicazione
Il libro presenta i
fondamenti teorici della comunicazione, illustrandone l'applicazione con
riferimento ad alcune pratiche di grande rilevanza in numerosi ambiti
professionali. Il testo si divide in tre parti. Nella prima parte vengono
passati in rassegna i concetti fondamentali su cui si basa l'analisi dei
processi comunicativi. Nella seconda parte si presenta una breve storia della
comunicazione, concentrandosi sul rapporto tra culture orali e comunicazione
scritta, sulla diffusione della stampa, sulla crescente importanza dei mass
media e sulle innovazioni tecnologiche che stanno rivoluzionando il nostro modo
di comunicare. Nella terza parte, infine, gli strumenti teorici illustrati
vengono applicati all'analisi di alcune situazioni comunicative di particolare
interesse: la comunicazione elettronica, il parlare in pubblico e la
comunicazione formativa.
A differenza di altre realtà religiose di
origine più recente, i Testimoni di Geova ci sono familiari. Bussano alla
nostra porta, e crediamo di conoscerli. Le loro origini e la loro storia,
tuttavia, presentano numerosi aspetti poco noti. La loro dottrina e la vita
quotidiana non sono sempre presentate correttamente. Soprattutto, una serie di
modifiche dottrinali e organizzative degli anni 1990 - che hanno visto, tra
l'altro, l'invito nel 1995 a non calcolare più date precise per la fine di
questo mondo - rendono inevitabilmente «datati» molti studi pubblicati negli
anni precedenti. Massimo Introvigne, la cui notorietà come esperto del
pluralismo religioso internazionale non ha più bisogno di presentazioni,
presenta qui il risultato di una lunga ricerca e di anni di continua
osservazione dei Testimoni di Geova, in uno studio dove non mancano le novità e
le sorprese. Introvigne mostra, inoltre, come la crescita internazionale dei
Testimoni di Geova si situi al cuore del dibattito sugli scenari religiosi
contemporanei - fra sostenitori e avversari delle teorie della secolarizzazione
- e come l'interpretazione di questa crescita si riveli decisiva per rispondere
alla domanda sul ruolo e sul futuro delle religioni nelle società occidentali
del XXI secolo.
Tommaso d'Aquino in pochi
minuti
.Tommaso
d’Aquino in pochi minuti è
un libro scritto per chi, non avendo la possibilità di studiare le migliaia di
pagine da lui redatte, è curioso di apprendere gli archi portanti di una
cattedrale di pensiero che tratta grandi temi – il bene e il male, l’origine e
il destino dell’uomo –, ma ha anche ricadute di «saggezza spicciola» che fanno
del grande santo medievale un fine psicologo ante
litteram. Capitoli intenzionalmente brevi, stile colloquiale, scrittura
briosa: tutto è pensato – l’autore è un comunicatore di professione – perché
anche il notoriamente indaffarato lettore del XXI secolo possa apprezzare come
mai, negli ultimi 750 anni, papi, santi, re, studiosi e anime semplici animati
dal desiderio di conoscere Dio, il prossimo e se stessi hanno trovato, nelle
intuizioni di san Tommaso, le ragioni per amarli – e amarsi – un po’ di più
Tu sei Pietro. Benedetto XVI
contro la dittatura del relativismo
In un mondo
caratterizzato dal «tempo breve», dove le notizie appaiono e scompaiono
dagli schermi dei nostri computer e raramente durano più di ventiquattr’ore,
anche i testi del Papa «fanno notizia» solo il giorno in cui sono
pubblicati. Di rado sono letti integralmente, quasi mai sono studiati.
Come ricorda lo stesso Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in
veritate, non è questo il modo di accostarsi al Magistero. Al
contrario, ogni testo va letto alla luce degli interventi precedenti
dello stesso e di altri Pontefici, e diventa a sua volta criterio
d’interpretazione dei testi successivi. Perché questo sia possibile,
occorre ritornare almeno sui testi più importanti anche giorni, mesi,
anni dopo la loro pubblicazione. Massimo Introvigne offre qui un vero e
proprio corso sul Magistero di Benedetto XVI, che va dall’enciclica
Spe salvi del 2007 alla lettera Ubicumque et semper del
2010 con cui s’istituisce il Pontificio Consiglio per la Promozione
della Nuova Evangelizzazione. Ne emerge un disegno complessivo di
contrasto alla «dittatura del relativismo», che è il tentativo subdolo –
ma spesso anche violento – d’imporre la dottrina secondo cui la verità
non esiste: «ciascuno dice la sua», e tutte le opinioni hanno lo stesso
valore. Dall’Africa alla Francia e alla Gran Bretagna, dalla sua diocesi
di Roma alla Casa Bianca e all’incontro con il popolo delle Giornate
Mondiali della Gioventù in Australia, Benedetto XVI emerge come il primo
custode non solo della fede ma anche della ragione minacciata dal
relativismo. Per questo molti lo attaccano. Per questo è dovere dei
fedeli cattolici stringersi attorno a lui ripetendogli, con le parole
del Signore, «Tu sei Pietro».
L'Unità d'Italia si è
resa necessaria soprattutto a causa dell'affermazione di un apolitica di potenza
e di spregiudicata competizione internazionale, che rendeva incerta la sorte dei
piccoli Stati. Il Risorgimento, invece, è stato una Rivoluzione culturale, che
ha accompagnato e seguito il processo di unificazione con l'obiettivo di
costruire una nazione nuova caratterizzata da una nuova cultura. Ma l'opera di
"modernizzazione" ideologica è fallita, provocando all'identità italiana ferite
non ancora rimarginate: innanzitutto la "questione istituzionale", derivante
dalla decisione di adottare non un ordinamento federale ma quello dello Stato
rivoluzionario francese, con una centralizzazione e un'omogeneizzazione delle
istituzioni; quindi, la "questione meridionale", di carattere più culturale che
economico; infine, la "questione cattolica", cioè l'emarginazione dei cattolici
e la conseguente estraneità di gran parte della popolazione allo Stato unitario
e alla sua ideologia.
Il libro si propone tre obiettivi. Il primo è quello di
introdurre agli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio chi non ne ha mai sentito
parlare, oppure ne ha avuto informazioni frammentarie e insufficienti. Il
secondo è fornire uno strumento teologico-pratico a chi – conoscendoli e
apprezzandoli – vorrebbe diventarne a sua volta guida. Il terzo è costituire –
sempre per chi li ha già fatti – un mezzo pratico per approfondirne i contenuti
e continuarne il percorso nella propria vita.
Vittoria della ragione (La)
Molto è stato scritto sui motivi per i
quali, a partire dal Medioevo, l'Occidente ha sopravanzato il resto del mondo.
Le spiegazioni più comuni hanno riguardato la felice configurazione geografica,
l'espansione dei commerci, il progresso della tecnologia. Ma è stato
completamente trascurato un fatto: nessuno sviluppo sarebbe stato possibile
senza una profonda fiducia nella ragione, che affonda le proprie radici nella
religione cristiana. In questo testo Rodney Stark propone la sua teoria: le più
significative innovazioni intellettuali, politiche, scientifiche ed economiche
introdotte nello scorso millennio sono riconducibili al cristianesimo e alle
istituzioni a esso collegate. Secondo Stark, non sono state la contrapposizione
tra la società laica e quella religiosa, né la competizione tra scienza e fede a
farci progredire. Al contrario, è alla teologia cristiana che bisogna attribuire
la vera origine della ragione. Mentre infatti le altre grandi religioni hanno
posto l'accento sul mistero, sull'obbedienza e sulla meditazione, il
cristianesimo ha abbracciato la logica e il pensiero deduttivo aprendo la strada
alla libertà e al progresso.